In centinaia sotto al ‘Grande Albero’ di don Antonio Mazzi. Auditorium di Santa Maria in Gradi pieno in ogni ordine e grado di posti venerdì sera per il musical messo in scena dal fondatore di Exodus e dai suoi ragazzi di Juppiter.
Un’iniziativa voluta da Juppiter e Comune di Viterbo, Assessorato alla Cultura. Inizio alle 21, con
una fila di centinaia di persone già a partire dalle 20. Tutti i temi del Circo Mazzi, così ha definito
questa carovana attiva in lungo e largo in Italia il presidente di Juppiter Salvatore Regoli, sono stati toccati in uno spettacolo di un’ora. Al centro la poesia del Vangelo, che don Antonio ha rivangato in lungo e largo. Una domanda ha riecheggiato per tutta la durata: “Dove sta la vita? Dove l’amore e la fede? Dove sono le radici?”. “Stanno nell’onnipotenza? Sotto l’albero dei soldi oppure vanno cercate altrove?”, ha chiesto Mazzi ai presenti. Dietro di lui un maxischermo con impressa una delle frasi più belle del Piccolo Principe: “L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Un viaggio di parole, balli, immagini, musica, poesia. Tutte le strade che sono state percorse hanno portato alla stessa meta: la gioia. Quella gioia che può essere veramente grande solo se capace di armarsi di un altro senso ancora più immenso: il perdono. Un messaggio forte, soprattutto nell’anno del Giubileo della Misericordia voluto da papa Francesco.
Lo ha colto a pieno il vescovo di Viterbo Lino Fumagalli, che è intervenuto alla fine dello spettacolo. “Perdonare significa amare più forte.
Con quanto ci ha raccontato don Antonio ha dimostrato di essere un grande teologo”, così
Fumagalli.
Tra i presenti anche molti rappresentanti delle istituzioni. Dal sindaco di Viterbo Leonardo Michelini al presidente della Provincia Mauro Mazzola, passando gli onorevoli Alessandro Mazzoli e Daniele Sabatini, gli assessori comunali Ciambella, Troncarelli e Ricci e molti consiglieri viterbesi di maggioranza e opposizione. In sala anche rappresentanti dei comuni della Tuscia, dal tandem Francesco Bigiotti-Luca Profili di Bagnoregio a Eugenio Stelliferi di Caprarola, passando per il sindaco di Ronciglione Giovagnoli