Otto i percorsi proposti: “Cibo e turismo – Roma Capitale globale”, che prevede eventi come “La notte bianca dei sapori” o la mostra “Food & fashion”, “Il cammino dell’acqua”, “Citta’ e campagna: interazioni”, “Crescere meglio, mangiare sostenibile”, “Il genio e l’innovazione” e “L’origine e la qualita”, un percorso – quest’ultimo – tra i prodotti alimentari, i vini e gli oli della Tuscia, della Sabina e delle colline pontine, il paesaggio olivicolo di Canino. Infine, altri due percorsi: “Tutte le strade portano a Roma” e “L’area centrale dei Fori”, un intreccio originale tra archeologia e luoghi del cibo.
“Alimentazione e cultura ed eccellenza unite per promuovere e valorizzare i nostri territori. Per mettere a sistema – spiega Valentini – patrimonio storico e produzione enogastronomica. Percorsi che puntano ad orientare le scelte dei prodotti, dei progetti e delle esperienze. E la Tuscia sarà ampiamente protagonista di due percorsi specifici: “Origine e qualità” e “Tutte le strade portano a Roma”. In quest’ultimo percorso con un suo specifico itinerario che coinvolgerà la Teverina e il Lago di Bolsena, passando per Viterbo, Bomarzo, Montefiascone, Bolsena, Castiglione in Teverina, Capodimonte”.
Una sfida che coinvolge Roma, il comune agricolo più grande d’Europa con 45,6 milioni di metri quadri di verde urbano, e tutti i territori di una Regione che vanta 638.602 ettari di coltivazioni agricole, 47.045 ettari di coltivazioni biologiche, 221.000 ettari di aree naturali protette, 15 Dop, 10 Igp, 384 prodotti agroalimentari tradizionali, 3 vini Docg, 27 Doc, 6 Igt e 10 strade dedicate alla qualità e all’eccellenza delle tipicità del Lazio.
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