– di Simona Tenentini –
Un viaggio nel tempo di oltre tremila anni.
Dal Palazzo dei Papi di Viterbo all’antico Egitto il passo è breve: giusto il tempo di scendere qualche gradino per entrare direttamente nella meraviglia.
Oro, tanto oro.
E poi ancora gioielli, statue, monili e diademi.
E ancora lo splendore dei sarcofagi e delle maschere.
Tutto questo è la mostra dedicata al tesoro di Tutankhamon, che si apre il 1 luglio e sarà visitabile fino al 28 ottobre nei sotterranei del Palazzo Papale, per eccezionale concessione della Curia Episcopale di Viterbo.
Un percorso nella storia che stupisce e lascia a bocca aperta per la straordinaria fattezza delle opere, incredibilmente fedeli, anche nei minimi dettagli, dei capolavori custoditi al Museo Archeologico del Cairo, appositamente duplicati dal Dipartimento Replica del Ministero egizio.
La tomba del sovrano egizio vissuto nel 1.300 a.C è stata minuziosamente riprodotta nelle dimensioni, nelle decorazioni e nel contenuto, proprio come venne rinvenuta da Howard Carter.
La mostra ospita infatti l’intero tesoro di Tutankhamon, con la sua celebre maschera mortuaria d’oro, lapislazzuli e paste vitree, il sarcofago e il cocchio del faraone morto giovanissimo, il suo trono, il cofano con i vasi canopi, il grande “naos” e la collezione di gioielli regali.
E poi ancora la stele di Rosetta e le anche otto Sfingi in perfetta replica marmorea di quelle del Viale Trionfale d’ingresso al gran Tempio di Karnak a Luxor.
Presenti all’inaugurazione dell’evento, di livello internazionale, l’ambasciatore Ishram Badr, il filantropo Eugenio Benedetti, il vescovo Lino Fumagalli, il procuratore capo Paolo Auriemma, Claudio Margottini e il prefetto di Viterbo Giovanni Bruno.