Due cucchiai, uno pieno di miele, l’altro con un tuorlo d’uovo.
Parte da qui il viaggio del regista a critico cinematografico Italo Moscati alla scoperta della controversa figura di uno dei maggiori attori italiani, nel libro “Eduardo De Filippo, scavalcamontagne, cattivo genio inconsapevole”.
“Un testo che parla di teatro e suscita molti interrogativi sulla figura del grande De Filippo” secondo Alfredo Baldi, relatore della presentazione che si è tenuta sabato a Tuscania, nell’ambito dell’ETuscia Green Movie Fest.
“Si tratta di un libro che nasce per raccontare il vero humus del cinema napoletano, la personalità di Eduardo al di là del suo essere attore ma nell’essenza stessa della sua personalità, perchè gli scrittori devono andare oltre le citazioni e cercare l’intimità, il viaggio mano nella mano con il personaggio che stanno raccontando.”
“L’idea di scrivere questo libro nasce proprio da una cena a casa di Eduardo in viale Trieste. Lui aveva preparato personalmente i maccheroncini allardiati per tutti ma non aveva mangiato – continua Moscati – terminato il pasto si è fatto portare dalla moglie due cucchiai, uno con tuorlo d’uovo e uno con il miele, la sua cena di ogni sera. Da lì ho capito che le sensazioni che mi provocava quell’uomo dovevano essere trascritte, nero su bianco.
Insieme ai suoi valori, in primis quello del silenzio, che in un teatro di parola come quello di De Filippo sembra un controsenso, in realtà costituisce il valore stesso, intrinseco, delle sue opere e della sua vita.
Una vita fatta di sacrificio e gelo.”