Cos’hanno in comune ragazzi come Darpan, Tagloire e Paul? La giovinezza, le storie travagliate di chi ha fatto un lungo viaggio per venire in Italia e “Diario di quarantena”: il docufilm della cooperativa Gli Aquiloni che li vede protagonisti, insieme a una decina di adolescenti come loro. Studiano tutti all’istituto comprensivo di Orte.
Il video, in poco più di dieci minuti, attraverso una serie di interviste, racconta di come il lockdown ha giocato a disorientarli, senza riuscirci. Quello che conta è rimasto al suo posto: gli amici, un po’ meno a portata di mano, ma pur sempre presenti; la famiglia riscoperta. Perfino la scuola, adesso, è un posto in cui, senza esitazione, vorrebbero tornare. “Bisogna solo avere più pazienza”, dice Stella, molto più saggia dei suoi diciott’anni. In Humaiz, il riflessivo del gruppo, qualcosa è cambiato di colpo: “Quando leggevo il Corano lo leggevo così, in arabo, per leggerlo… questa volta ho cercato di capire”.
Il loro lockdown, con tutto quello che hanno imparato, sarà online a puntate: ogni giorno, alle 18,30, dal 22 giugno, verrà pubblicato un capitolo del docufilm sulla pagina Facebook della cooperativa Gli Aquiloni.
“Diario di quarantena” nasce nell’ambito del progetto “We care” – letteralmente: “ci importa”, “abbiamo a cuore” -, intrapreso da Gli Aquiloni a inizio 2020 e finanziato a Orte dal ministero dell’Istruzione. Prende spunto dal motto “I care” di Don Lorenzo Milani, per una scuola inclusiva, che abbia a cuore tutti gli alunni, anche i più svantaggiati.
Destinatari di “We care”, gli studenti dell’istituto omnicomprensivo di Orte che vengono da Paesi lontani. Decine di nazionalità diverse: una scuola multietnica, fatta di tanti colori, in cui il tentativo è da sempre quello di promuovere l’integrazione, affiancandola alla didattica: questa l’intuizione della preside Fiorella Crocoli che, proprio per questo motivo, ha voluto avviare la parternship con Gli Aquiloni. “Per noi – spiega la presidente della cooperativa Barbara Paris – è un modo per provare ad arginare situazioni di disagio. Una mano tesa a chi ha avuto un vissuto non semplice e, per questo, fatica di più a inserirsi”.
“We care” è andato avanti su due binari diversi: un percorso per i bambini della primaria e i ragazzi delle medie e un altro per gli studenti più grandi. Il primo, curato dall’AsdJuppiter sport, è iniziato a febbraio: una serie di incontri e laboratori sull’educazione al benessere, attraverso un’alimentazione corretta e uno stile di vita sano. L’altro doveva essere un campus di alcuni giorni in un agriturismo in zona, pensato per un gruppo di studenti immigrati che Gli Aquiloni segue da tempo; il Coronavirus ha costretto a un cambio di programma ed è così che è nato “Diario di quarantena”. Un’occasione per esprimersi: ascoltare e farsi ascoltare, senza paura di dire quello che si pensa. Interviste per raccogliere emozioni che non vanno sprecate. Un modo per continuare a coltivare fiducia in se stessi e negli altri, cercando di non perdersi. Basta seguire quello che conta davvero, “quello che ti manca e hai voglia di rincorrere”, come ha detto Hermann, uno degli intervistati.
Anche per questo, oltre a “Diario di quarantena”, i ragazzi hanno lavorato a “Per non disorientarsi in una pandemia”: una mappa con le loro parole-chiave, sistemate sulla cartina come punti di riferimento irrinunciabili per non lasciare che il trauma potesse farli smarrire. “Ciò che impariamo da questi ragazzi è molto di più di quello che cerchiamo, ogni giorno, di insegnare loro – spiega la preside Fiorella Crocoli -. Questo periodo particolare che hanno vissuto è stato un promemoria per tenere a mente cos’è davvero importante. Le loro testimonianze lo hanno ricordato a tutti noi”.
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