-da Micaela Merlino –
La chiesa di Sancta Maria ad Nives, detta localmente “chiesola”, è uno dei monumenti architettonici più significativi di Villa San Giovanni in Tuscia. Edificata tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, la sua consacrazione avvenne il 6 settembre 1605 da parte del Vescovo di Montefiascone Laudivio Zacchia. Nominata per la prima volta nella Visita Pastorale del Vescovo Tiberio Muti compiuta il 28 giugno 1612, in origine doveva essere una cappella con altare ligneo mobile. Nel corso del tempo l’edificio conobbe altre fasi edilizie: nel 1622 ci fu un primo ampliamento, come testimonia la Visita Pastorale compiuta il 5 ottobre di quell’anno dallo stesso Tiberio Muti. Nella parete dietro l’altare maggiore era stata già dipinta l’immagine della Madonna con Gesù Bambino, mentre erano stati aggiunti due altari laterali, quello sulla parete sud dedicato a Sant’Antonio da Padova e San Giovanni Battista, e quello sulla parete nord a San Carlo Borromeo, San Francesco d’Assisi e Santa Lucia. Nel 1698 su questa stessa parete fu aggiunto un altro altare dedicato a San Filippo Neri, commissionato dall’Arciprete Don Camillo Fabbri. Altri interventi costruttivi ed ornamentali furono compiuti nel XVIII secolo, quindi nel XIX secolo gli altari furono decorati con colonne di stucco, nel 1865 fu costruito un nuovo campanile, mentre nel 1871 fu realizzata una nuova pavimentazione. La cura nei confronti di questa chiesa divenne una sorta di tradizione a Villa San Giovanni in Tuscia, poiché periodicamente fu fatta oggetto di attenzioni. Nel 1904 furono eseguiti nuovi restauri, nel 1928 fu risistemato il tetto danneggiato da un fulmine, nel 1944 e nel 1948 si ebbero altri interventi, mentre il più recente risale agli anni ’90 del XX secolo, quando fu completamente rifatto il tetto a due falde.
A distanza di circa venti anni dagli ultimi restauri di un certo rilievo, viste le condizioni un po’ critiche della chiesa, dei suoi cicli decorativi e dei dipinti, si rendeva necessario intervenire di nuovo. Infatti in generale i monumenti, nonostante le periodiche attenzioni che ricevono, non sono immuni da un lento degrado, causato dall’inarrestabile passare del tempo e dall’azione incessante degli agenti naturali; per questo motivo è necessaria una costante manutenzione. Da molti anni Don Giovanni Berni, parroco di Villa San Giovanni in Tuscia, avendo preso coscienza dell’importanza storica di questo monumento, aveva manifestato il desiderio di contribuire in modo concreto alla salvaguardia di esso. L’occasione per tradurre in pratica questa volontà è ancor più maturata quando nel triennio 2011-2013, in concomitanza con studi archeologici riguardanti la villa romana di Villa San Giovanni in Tuscia, io ed Angelo Capuzzi soffermammo a più riprese la nostra attenzione su questa chiesa, che sorge sopra le rovine di un criptoportico di età romana. Ci ripromettemmo di dedicarle quanto prima uno studio monografico, per approfondirne la conoscenza. La disponibilità di Don Giovanni Berni nel corso delle nostre ricerche, ci ha permesso di avere con lui un proficuo scambio di idee, dal quale è nata l’intenzione di dare avvio ad una iniziativa di sensibilizzazione della cittadinanza di Villa San Giovanni in Tuscia, affinché maturasse in tutti la coscienza che questo edificio sacro, testimone della religiosità di tanti Sangiovannesi del passato e del presente, potesse tornare al suo antico splendore.
Proprio a tal fine, allora, su sollecitazione dello stesso Parroco, è stata realizzata una piccola monografia dal titolo “Sancta Maria ad Nives. Una chiesola del XVII secolo a Villa San Giovanni in Tuscia”, presentata nel luglio 2014 proprio all’interno della “chiesola”. In quell’occasione si è dato l’avvio ad una “Raccolta fondi pro chiesola” tramite l’acquisto ad offerta libera del libricino, alla quale con grande generosità hanno aderito tanti Sangiovannesi, e non solo. Questa raccolta fondi è continuata nei mesi seguenti, sempre con grande successo, tanto che a tutt’oggi si annoverano tra i contribuenti le Associazioni locali, quali La Scuffiaccia, la Pro Loco, la Confraternita di San Giovanni Battista e quella della Madonna del Carmine, il Centro Anziani Comunale, ed anche la Comunità Rumena. Altre iniziative svoltesi nel 2014, quali il Concorso dei Presepi e i Mercatini di Natale, organizzati dall’Amministrazione Comunale, con la partecipazione della Pro Loco e dell’Associazione Culturale La Scuffiaccia, e la mostra fotografica “Villa San Giovanni in Tuscia nelle cartoline d’epoca” a cura di Francesco Di Gregorio, organizzata dal gruppo “Insieme per Villa”, hanno permesso di raccogliere altri fondi da destinare ai restauri. L’Amministrazione Comunale di Villa San Giovanni in Tuscia si è impegnata a sostenere l’iniziativa, mentre la Banca di Credito Cooperativo di Barbarano Romano ha promesso la sua sponsorizzazione.
Merita ricordare, con particolare riconoscimento, che alla raccolta fondi ha partecipato con grande generosità la stessa Curia di Viterbo, nella persona del vescovo sua Eccellenza Lino Fumagalli; questo atto di grande sensibilità è stato molto apprezzato da tutti i Sangiovannesi.
La somma messa insieme ha permesso di indire una gara d’appalto, che si è aggiudicata la ditta “Studio 3 di Roma”, il cui progetto è stato positivamente valutato dall’Ufficio Edilizia di Culto e Beni Culturali della Diocesi di Viterbo. Quest’ultima ha poi inoltrato richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio, che ha espresso parere favorevole. Dunque hanno preso il via i lavori di restauro, e già in poco tempo sono venuti in luce elementi molto interessanti, quali ad esempio alcuni affreschi presso i due altari della parete nord, insieme a un’iscrizione dipinta che ricorda Don Camillo Fabbri come committente dell’altare dedicato a San Filippo Neri. Parti di affreschi di un ciclo precedente sono stati rinvenuti lungo la parete est, presso l’altare maggiore. Viste le positive premesse, questi restauri saranno certamente l’occasione non solo per la salvaguardia di questo sacro edificio, ma anche per acquisire nuovi dati sulla storia della chiesa. Inoltre, come ha giustamente sottolineato Angelo Capuzzi “L’iniziativa, visto il suo alto valore culturale, si spera che potrà essere presa ad esempio sia per salvaguardare altri beni culturali di Villa San Giovanni in Tuscia, sia in altri contesti della nostra zona, perché il contributo dei cittadini è sempre di fondamentale importanza”. Solo quando consapevolezza e rispetto maturano in tutti, il passato può essere degnamente proiettato nel futuro.