VITERBO – Spaghetti parla della nostra storia, delle migrazioni italiane di inizio secolo attraverso l’arte del circo. Lo spettacolo, con ventuno attori acrobati della Compagnia Materiaviva, diretto da Roberta Castelluzzo sarà in scena al Teatro dell’Unione il 2 aprile ore 18, nell’ambito della stagione teatrale nata dalla collaborazione tra il Comune di Viterbo e ATCL – Circuito multidisciplinare del Lazio sostenuto da MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio.
Siamo intorno ai primi del Novecento, gli anni delle importanti migrazioni degli italiani oltreoceano. Valigie piene di storie, di speranze, di ricordi, di malinconia e… di pasta. Un lungo viaggio in nave, storie che si intrecciano, storie di speranza, di grandi euforie, di paura e di nausea, di un’emigrazione che, nel tempo, si ripete, identica, con altri nomi, altri tragitti, ma straordinariamente sempre uguale. Gli spaghetti saranno di nuovo sulla tavola, senza sapere se ci sarà una casa, senza sapere quale sarà il futuro, ma quel rito, quell’odore, quel sapere, tutto ciò darà di nuovo forma alla storia familiare, accompagnerà i ricordi e cullerà il sogno di ricominciare. Il linguaggio del circo teatro, così fortemente evocativo e sanguigno, sarà accompagnato da parti di racconto orale, in un continuo viaggio tra emozioni diverse, tra piani differenti e differenti punti di vista.
Il processo di creazione è partito da lontano, da una raccolta di storie familiari, ritrovamenti di oggetti in cantina, lettere, storie dei paesi d’origine. Trapezio, tessuto aereo, cerchio, acrobatica, corda aerea, palo cinese, roue cyr. Ogni tecnica di circo è uno strumento, una possibilità di linguaggio per un racconto che è, prima di ogni altra cosa, un racconto teatrale, una storia di emozioni.
Un grande lavoro di progettazione scenografica di oggetti e scene incornicia la messa in scena. Il lavoro, pensato e realizzato da Lisa di Cerruti, prevede materiali grezzi, a restituire un quadro tanto semplice quanto evocativo: corde, tessuti, panni stesi al sole, valigie antiche e un ribollire di vapori.
Le più celebri e popolari musiche dell’inizio del Novecento, canticchiate nei porti o le grandi ballate con violino, accompagneranno i movimenti coreografici in aria e a terra, con un continuo contrappunto tra emozioni diverse e ritmi diversi. Accompagnano alcune scene i brani di chitarra classica eseguiti dal vivo dal chitarrista Vasilij Zafiropoulos.
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