VITERBO – Torna martedì 29 e mercoledì 30 aprile l’appuntamento con il teatro integrato dell’associazione Eta Beta che dallo scorso autunno ha visto impegnati il gruppo teatro di Eta Beta e gli studenti liceali e universitari. All’ex tribunale di Viterbo (ore 21, Piazza Fontana Grande) sarà messo in scena “Faust”, che, come afferma la regista Maria Sandrelli, “è un grande classico della letteratura teatrale grazie alla penna di Marlowe prima e Goethe dopo, che consacra Faust uno dei personaggi più famosi della letteratura mondiale”.
Quello del teatro integrato è un progetto giunto al diciannovesimo anno ed è curato dall’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile della Ausl di Viterbo diretta dal dottor Marco Marcelli e realizzato in collaborazione con l’associazione Eta Beta onlus presieduta dal dottor Aurelio Cozzani e la Cooperativa Sociale “Gli anni in tasca”. Il progetto, ideato dal compianto professor Giorgio Mauro Schirripa, nel corso degli anni si è sempre più affermato come un ottimo mezzo di integrazione e socializzazione: il gruppo educativo, coordinato da Gianpietro Brizi, è composto da Martina Balletti, Susi Ostarello, Paola Maggi
“La storia di Faust – continua la regista – prende le mosse dalla tradizione popolare tedesca, secondo la quale un sapiente di nome Faust Bojan nella sua ricerca costante di conoscenza invoca il diavolo, rappresentato da Mefistofele, che si offre di servirlo per ventiquattro anni in cambio della sua anima. Il nucleo della vicenda rimane sia in Marlowe che in Goethe, salvo poi differire nello sviluppo, decisamente più ampio e ricco nel poeta tedesco. Come è ormai consuetudine nel mio lavoro, anche qui e forse più che altrove, ho intrapreso una decostruzione del testo isolando nella avvincente e fantastica vicenda di Faust alcune suggestioni e alcuni rimandi a episodi e personaggi, ora di derivazione marlowiana come l’angelo buono e l’angelo cattivo, ora goethiana come l’episodio del veleno e di Margherita”.
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