VITERBO – “Persistenza”, la stagione teatrale del Teatro San Leonardo ritorna il 18 marzo alle ore 21,00 con l’autore più rappresentato di tutti i tempi e col suo capolavoro Romeo e Giulietta. L’opera nelle mani della regista Valentina Cognatti viene reinterpretata con una chiave di lettura che si concentra su un unico fulcro: l’ sacro, assoluto, purissimo dei due protagonisti.
La storia è quella celebre dei due amanti “nati sotto maligna stella” che consumano il loro amore in brevissimo tempo fino a morirne loro stessi, tra gli errori del caso e le offese dettate dall’odio che circondano come un vortice i due giovani figli delle famiglie Montecchi e Capuleti. La regia intende celebrare uno straordinario capolavoro con una chiave di lettura che, seppur moderna, ne rispetti la natura e la bellezza originaria: la storia di Verona, l’odio delle famiglie rivali, le schermaglie per le strade…
Lo spettacolo non rinuncia alla potenza comunicativa di immagini e parole, tra simbolismi evocativi e coreografie vibranti, ma allo stesso tempo riflette sul valore universale dell’amore: eterno sentimento che sfugge a ogni banalizzazione, l’amore muove i protagonisti, li spinge, li fa girare, è forza motrice dell’intero spettacolo, è messaggio sempre attuale, al di fuori da stereotipi ed etichette.
La stessa Cognatti scrive nelle sue note di regia: L’amore e la morte sconvolgono le vite dei giovani figli di Montecchi e Capuleti, in una corsa irrefrenabile verso il proprio destino. La storia ha un forte impatto tragico e il finale è noto, ma molti dimenticano che i protagonisti non sono eroi della tragedia greca, ma giovanissimi figli e figlie che non conoscono la morte né il dolore, ma ridono e scherzano, forti della loro gioventù: quando il sangue irrompe nella loro vita non c’è esaltazione della tragedia, ma un vuoto sconvolto senza spiegazioni e l’eterea bellezza dell’opera torna bruscamente alla realtà.
Per questo, la scelta della regia di affidare le parti dei giovani Capuleti e Montecchi a attori giovani e restituire all’opera un contatto tangibile e istintivo con la nostra quotidianità.
La scenografia è costituita da una struttura mobile di legno, capace di trasformarsi in relazione alle diverse ambientazioni. Nella sua essenzialità, riesce a farsi riproduzione simbolica della città e nella sua continua rotazione, ad opera dei personaggi che la muovono, mostra i loro spostamenti tra le strade di Verona.
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