VITERBO – A Natale una storia d’amore che fa bene al cuore.
È Mohican original musical scritto e diretto da Carlo Tedeschi, musiche di Emanuele Tedeschi, coreografie di Gianluca Raponi e Matteo Mecozzi, con la Compagnia RDL e con in scena più di 40 artisti, 200 costumi, oltre 20 cambi di scena, 30 comparse con gli allievi della RDL Academy, per oltre due ore di spettacolo.
Il musical sarà a Viterbo al Teatro dell’Unione il 27 dicembre alle ore 21 e a Rimini il 1° e 7 gennaio al Teatro Leo Amici del Lago di Monte Colombo, dopo i sold out registrati nelle numerose rappresentazioni in tutta Italia.Si tratta di una storia vera, di circa 120 anni fa, tra Inghilterra e Stati Uniti, un racconto d’amore, di sopraffazione, di lotta e di ricerca della verità, alla scoperta della spiritualità degli Indiani d’America. Ma anche un grande omaggio alla figura femminile, sottolineando lo spirito di abnegazione, la forza e l’amore della donna, aspetti questi ancor più da mettere in luce e sottolineare nel periodo attuale. Mohican è l’ultima opera di Carlo Tedeschi, noto autore e registra italiano, che ha firmato in 40 anni di carriera, 25 spettacoli teatrali, riscuotendo ampio consenso di pubblico in Italia e all’estero.
I diversi piani di lettura del lavoro teatrale rendono lo spettacolo particolarmente attuale ed apprezzabile ad un variegato pubblico, toccando i temi del colonialismo di fine ‘800 e inizio ‘900 nel Nuovo Mondo, la sopraffazione dei nativi americani, il ruolo della donna e il suo essere considerata proprietà della famiglia o del proprio gruppo di riferimento quale merce di scambio per matrimoni di interesse. Il musical esalta la forza delle donne che sanno resistere e incontrarsi tra esse in nome della solidarietà e di valori condivisi contro la sopraffazione. Gli stessi valori che Mohican racconta ed esprime nei fatti con alcuni esploratori, ritrovando poi l’amore perduto. La storia d’amore e d’indomabile forza d’animo fa da sfondo.
Le musiche a cura di Emanuele Tedeschi, travalicano l’ambientazione teatrale per sconfinare in una orchestrazione prettamente cinematografica.Le scenografie e gli effetti speciali rendono la scena vivida agli occhi dello spettatore che viene coinvolto con alcune performance che avvengono proprio in mezzo al pubblico rendendo quest’ultimo oltremodo partecipe e travolto dalla vicenda.
La preziosa ricerca sul fronte coreografico, attuata da Gianluca Raponi e Matteo Mecozzi, mescola valzer, danze ottocentesche, danza classica aggiungendo poi la contaminazione tra danza rituale e il genere contemporaneo nelle scene della tribù moicana.
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