VITERBO – Dopo il grande successo nel 2014, La Traviata, prodotta dal Teatro Null Officina culturale della Regione Lazio i porti della Teverina, arriva a Caffeina sabato 4 luglio alle ore 23,00 presso il cortile del Palazzo dei Priori.
Si tratta di un’originale rivisitazione dell’opera verdiana messa in scena eliminando le scene elefantiache e riducendo il cast all’essenziale con la voce di un narratore che coinvolge il pubblico raccontando storie e aneddoti sull’opera. La grande forza emotiva di quest’opera completamente concentrata sull’amore, si basa proprio sulla negazione e la fragilità intrinseca di questo sentimento.
Nella Traviata l’amore è sempre fuggevole, nel momento in cui viene affermato è già in pericolo, è già minato alle fondamenta. Per una volta Verdi aveva fatto un’eccezione. Niente drammone storico, né tragedie di sangue. Aveva scelto la storia di quella giovane bellissima e infelice, di dominio pubblico a Parigi, descritta nel romanzo di Alexandre Dumas figlio “La Signora delle Camelie”, poi divenuto opera teatrale. Il romanzo era ispirato alla storia vera di Marie Duplessis, una prostituta d’alto bordo, una mantenuta, come si diceva allora con un eufemismo. Verdi ne era rimasto colpito, forse perché anche lui viveva una relazione clandestina con la cantante Giuseppina Strepponi che non poteva portare all’altare essendo già sposata e separata dal marito. Dall’inizio della storia d’amore si passa velocemente a una sua prima drammatica conclusione. Giorgio Germont, padre di Alfredo, incontrando Violetta fa leva sui suoi sensi di colpa, la costringe ad abbandonare suo figlio. La società è molto chiara a riguardo: chi osa unirsi pubblicamente a una donna come lei in una relazione seria e non come amante di una notte, avrà tutta la famiglia marchiata dal disonore, e Violetta queste cose le sa. Dirà quindi andando via, ad un Alfredo del tutto ignaro e incapace di comprendere, «Amami, Alfredo, quant’io t’amo. Addio». Queste parole esprimono appieno la felicità fugace e l’amore traumaticamente spezzato, nel momento in cui sembrava aver trovato il proprio coronamento. Da non perdere. Con l’orchestra I fiati dell’Alta Tuscia diretta dal Maestro Marco Taschini, che ne ha curato trascrizione ed elaborazione; Giordano Ferri nella parte di Alfredo Germont, e Seo Yung Su nella parte di Violetta Valéry. La regia, la narrazione e il testo sono di Gianni Abbate.
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