VITERBO – Rossi e neri. Amici e avversari. Fascisti e antifascisti. Ma pur sempre italiani, identità che codifica ogni trascorso. Cento anni fa, i figli della stessa patria, parlando la lingua del coraggio, intrecciano i loro destini, li affiancano nella battaglia su un unico fronte, e poi si allontanano, generando strade diverse che percorrono la storia d’Italia. La Grande Guerra, momento fondativo della Nazione, così intenso da unire, nella stessa trincea, uomini e donne che non si erano mai incontrati prima, dialetti, culture, modi di pensare e vivere che mai, fino ad allora, si erano fusi insieme per un’unica grande ca(u)sa. Frammenti di diversità, storie di comunità. Da qui parte il terzo appuntamento dell’Autunno Culturale – diretto da Emanuele Ricucci – del Centro Studi Ricerca “Il Leone”, che si dà slancio dal successo dei due precedenti eventi, che hanno visto Marcello Veneziani e il suo ultimo libro – “Alla luce del mito”, Marsilio –, ed Emanuele Ricucci – “Torniamo uomini”, edito da Il Giornale -, intrattenere il foltissimo pubblico, su temi urgenti del nostro tempo, con un modo nuovo di comunicare: la salute dell’Italia e degli italiani, degli uomini e delle idee d’Occidente, lo scontro con la realtà, la decadenza del nostro tempo. Ugo Sposetti e Andrea Augello: “arditi contro”, italiani contro, sarà il tema del terzo pomeriggio dell’Autunno Culturale – dal titolo “Arditi contro, i primi anni di piombo a Roma e Viterbo 1919-1942″ -, il prossimo lunedì 23 ottobre a partire dalle 18.30, presso la sala conferenze del Centro Studi Ricerca “Il Leone”, in via Gargana, 34. L’appuntamento prenderà spunto dal libro del Sen. Andrea Augello, “Arditi contro. I primi anni di piombo a Roma 1919-1923”, (Mursia), che si confronterà con il Sen. Ugo Sposetti e verrà moderato dal prof. Luigi Di Gregorio, sociologo e docente universitario. Una celebrazione, nel centenario della Prima Guerra Mondiale, ma soprattutto una linea di continuità sempre attuale, in un’eterna dicotomia italiana, specie in tempi di Legge Fiano. Un saggio che ci immerge nel crogiolo di ideologie che ribolliva tra gli arditi. Il Fascio di combattimento romano, da un lato, e gli Arditi del Popolo. Sono “soldati politici” che, sopravvissuti alla Prima guerra mondiale, hanno giurato di cambiare l’Italia, per poi invece dividersi tra fascisti e antifascisti. Un antico confronto che ravviva il presente.
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