VITERBO – Venerdì 11 agosto, al Teatro Romano di Ferento, va in scena Caravaggio il maledetto,libero adattamento di Ferdinando Cerianitratto da “Caravaggio, probabilmente” di Franco Molè, per la regia di Ferdinando Ceriani.
Caravaggio il maledetto, la storia di uno dei più grandi geni della pittura che ha reso la sua vita arte e ha dato all’arte la vita, sempre in lotta con gli altri e con sé stesso, fino all’ultimo giorno quando, stremato, viene lasciato morire su una spiaggia vicino a Porto Ercole il 18 luglio 1610. Ora si dice che prima di morire la nostra mente ripercorra gli episodi salienti della vita e forse questo sarà accaduto anche a Caravaggio. Chissà quali immagini, quali personaggi sono tornati a fargli visita in quei suoi ultimi istanti. I dettagli della sua morte ci sono sconosciuti e questo vuoto è lo spazio in cui la nostra storia con le sue verità e le sue verosimiglianze si sviluppa. Soccorso da una coppia di pescatori, tra le vele delle barche appese ad asciugare, il pittore, consumato dalle febbri malariche, è preda di visioni e di ricordi.
Gli sembra di rivedere nei due pescatori fantasmi del suo passato. Sente delle voci che lo confondono, le vele ai suoi occhi si trasformano in enormi tele da dipingere, dagli angoli più oscuri riemergono personaggi e luoghi a lui cari, Palazzo Madama, via della Scrofa, la Cappella Contarelli a San Luigi de Francesi e poi Valentino, il mercante d’arte, il frate dell’ospedale della Misericordia, il Cardinal Del Monte, suo committente e protettore, e Lena, la prostituta che ha dato il volto alle sue madonne.
La sua vita irregolare, eretica, tormentata, forse maledetta si rivela per squarci e frammenti in uno spettacolo che vuole restituire al pubblico più che la verità storica del personaggio la sua inesauribile energia creativa che ha bruciato la sua esistenza come un fulmine che tutto illumina prima che ripiombano le tenebre.
No Comments