VITERBO – Si inaugura il 15 aprile e sarà visitabile fino al 27 aprile, nella chiesa di Santa Maria della Salute, la mostra personale di Kim Marie Brittain “La donna tra sacro e profano”.
« [L’anima] … è tale da cogliere le cose superiori senza trascurare le inferiori… per istinto naturale, sale in alto e scende in basso. E quando sale, non lascia ciò che sta in basso e quando scende, non abbandona le cose sublimi; infatti, se abbandonasse un estremo, scivolerebbe verso l’altro e non sarebbe più la copula del mondo. » (Marsilio Ficino)
La storia della Brittain come artista inizia in Australia nei primi anni ’80 quando crea le opere astratte “The Weavings”.
Già da allora l’artista sente il bisogno di ribellarsi alle teorie estetiche moderniste per poter ricercare e riconoscersi meglio come entità “donna” nella sua attività artistica. Alcuni anni dopo, questo bisogno la porta a Firenze, dove subisce l’influenza della storia dell’Umanesimo e del Rinascimento.
Le maggior parte delle opere che saranno esposte a Viterbo sono state dipinte dalla Brittain tra il 1989 ed il 1996, durante gli anni vissuti a Firenze. Le prime opere di quel periodo esprimono il disagio di crescere come donna adolescente nella società occidentale patriarcale degli anni Settanta.
Le opere della Brittain parlano della trascendenza, dell’immanenza e di ciò che le animava: l’inconscio, il sogno, l’eros, i sentimenti e il pensiero.
Il tema: “donna o Madonna, nel sacro o nel profano?” è emblematico del suo vissuto negli anni Ottanta e Novanta ed esplora i ruoli contrapposti attribuiti alla donna nella storia, tema approfondito all’Accademia di Belle Arti di Firenze, e culminato con la tesi ““Il femminismo e il postmodernismo: le implicazioni politiche e culturali dell’intersezione fra la critica femminista della patriarchia e la critica postmoderna della rappresentazione”.
Dopo una grave malore in cui ha quasi perso la vita, la Brittain, in convalescenza, ha trascurato il suo percorso come pittrice. Dal 1997, ha lavorato come scenografa per il teatro italiano in più di trenta spettacoli. La mostra che si inaugura il 15 aprile rappresenta per lei una rivisitazione del passato ed una riscoperta di sé, con la gioia di poter condividere tutto ciò con la città di Viterbo che ama profondamente.
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