VITERBO – Si inaugura sabato 5 aprile la Mostra di fotografie e storie sulla Siria intitolata HARB a cura di Ottavia Massimo
L’ orario di apertura sarà dalle 18 alle 21, durante il quale sarà possibile anche avere informazioni riguardo la raccolta fondi organizzata da Ottavia, al fine di inviare aiuti in Turchia, altro fronte su cui è impegnata come attivista, al seguito di Palestina, Libia e di altri luoghi di privazione delle dignità umane.
Segue l’ introduzione a firma dell’ autrice.
“GUERRA”
“Proverò a suscitare emozioni diverse dalle espressioni che solitamente leggo sui volti di chi osserva e giudica da lontano. I giornalisti raccontano il terrore dei conflitti, non rendendosi conto di allontanare la reale percezione della verità all’interno di una zona di lotta. La morte è dolore. Perdita. Tragedia. Ma non unicamente ciò che identifica una guerra.
La percezione umana all’interno del sistema di una società, si muove attraverso dinamiche graduali e
sentimenti contrastanti. Come la guerra oscilla tra meccanismi di controllo e disordine estremi che si
manifestano contemporaneamente e in maniera amplificata nella intensità e velocità degli avvenimenti.
Un riflesso più o meno speculare di realtà lontane ma strettamente connesse dai fenomeni economici mondiali.
Nutrite dall’assenza di percezione dell’ Individuo.
La guerra è essenzialmente kaos. Istinto. Improvvisazione.
Un’infinità di emozioni che avvolgono l’anima spalancando la percezione.
Un’ombra che si allarga a contagiare i popoli attraverso sentimenti che vanno dalla disperazione più profonda alla gioia più pura.Una sensazione di fastidio che diventa insopportabile ed esplode in vendetta.
Un malcontento che genera umiliazione e crescente senso di ingiustizia.
Come i luoghi raccontano la propria essenza attraverso chi li vive, pretendere di saper narrare la guerra dalla poltrona di un ufficio, è come supporre di poter garantire all’anima la prossima vita. Della guerra siriana sono vere le analisi geopolitiche effettuate da analisti esterni. La presenza di combattenti stranieri pagati per uccidere o fomentati da convinzioni proprie. La perversione dei Signori del mondo materiale, intenzionati a conquistare per distruggere, ricostruire, firmare l’opera finale.
La guerra scatta in un momento epocale preciso, in cui più fattori interni ed esterni si incontrano per
esplodere. Al livello per cui un conflitto si definisce guerra, si arriva gradualmente. Non avviene né ci si trova per caso.
Della guerra siriana sono vere le umiliazioni che la dittatura quarantennale ha inflitto. Gli avvenimenti sporadici attraverso cui il governo ha dominato il popolo infondendo terrore. L’utilizzo incondizionato della forza militare governativa, costruita attraverso le risorse dei cittadini ed esercitata contro gli stessi. La trasformazione spirituale di chi ha vissuto il sangue del proprio Paese e non può far altro che ringraziare chiunque arrivi a difenderlo.”
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