VITERBO – La programmazione di danza al Teatro dell’Unione, promossa da ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio con il finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio e del Comune di Viterbo, ospita il coreografo Michele Di Stefano – Leone d’Argento per l’innovazione nella danzanel 2014 alla Biennale di Venezia – e la sua compagnia MK, gruppo ospitato nei più importanti festival di danza della nuova scena italiana e internazionale, con ROBINSON il 20 gennaio ore 21.
Lo spettacolo prende spunto non dal Robinson Crusoe di Daniel Defoe, romanzo d’avventura che nel 1719 si scagliava contro il colonialismo inglese ma dall’opera di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacificodel 1967 che proponeun’indagine filosofica sui temi dell’alterità e del rapporto della civiltà occidentale con il mondo naturale.
«Tournier rilegge Robinson capovolgendo la dinamica di Defoe: l’isola non è più il luogo dove misurare tutto ciò che è misurabile ma diventa il luogo della metamorfosi. L’incontro tra Robinson e Venerdì è preparato da questa immersione del naufrago nell’incomprensibile, che è appunto necessaria alla metamorfosi. La coreografia è tutta qui, nell’ansia misuratrice / metrica che fa i conti con il corpo dell’altro» spiega Michele Di Stefano.
Luogo di approdo del turista definitivo ma anche laboratorio della colonizzazione, l’isola di Robinson si occupa da sempre della nostra idea dell’esotico, quell’indefinibile processo proiettivo di desideri e paure, rimodellato oggi per essere al servizio di due grandi flussi dell’economia globale: quello migratorio e quello vacanziero. In questo spettacolo la progettualità amministratrice e normativa conferita da Defoe al suo protagonista entra contraddittoriamente in una zona di metamorfosi di fronte alla possibilità dell’innocenza originaria e di fronte allo sgretolamento dei propri limiti, causato dalla mancanza di quel termine di paragone che fonda e giustifica ogni individuo: un altro individuo, chiunque, un non-io.
Anziché rifondare la civiltà, il nostro Robinson si perde nel paesaggio senza umani fin quando l’incontro con l’altrolo prepara ad una totale reinvenzione di se stesso, come accade nel romanzo di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico. Allo stesso modo, la coreografia è soprattutto un atto di apprendimento rispetto ad un “fuori” di cui fare incessante esperienza. La danza si definisce tale quando permette ad un’altra danza di esistere nei pressi: è dunque semplicemente un linguaggio adottato per l’incontro, che mantiene sempre vivo il momento dell’incontro.
E’ così possibile collocare l’origine e la fine di ogni danza nello spazio esterno del mondo. Ovunque.
Il gruppo MKsi occupa di coreografia e performance dal 1999 e ruota intorno ad un nucleo originario di artisti costantemente in dialogo con altri performer e progettualità trasversali. Il gruppo è da subito invitato nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero con date in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Indonesia, Stati Uniti, Spagna, Portogallo, Francia, Perù etc e una presenza costante sul territorio nazionale. Tra le produzioni recenti Robinson, in collaborazione con l’artista visivo Luca Trevisani, ha debuttato nel 2014 al Teatro Argentina di Roma ed è tuttora in tour.Nel 2015 vengono creati diversi lavori installativi e ambientali (SUB festival Uovo Milano; Fronterizo a Live Arts Week, Bologna). Nell’ottobre dello stesso anno il festival MilanOltre dedica alla compagnia una retrospettiva dei lavori più recenti, tra i quali il riallestimento di Giuda e il debutto di Hey, in collaborazione con il duo Sigourney Weaver.Con Veduta (2016) il gruppo inizia un’indagine immersiva sul paesaggio e la prospettiva adattabile a qualsiasi orizzonte urbano. Bermudas (2017-18) è invece un lavoro sul moto perpetuo e il movimento puro, costruito per un folto numero intercambiabile di performer.La nuova produzione del gruppo, Orografia/Parete Nord è una collaborazione internazionale coprodotta da Torinodanza 2018.
Nel 2014 Michele Di Stefano riceve il Leone d’argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia e nel 2018 il premio Nico Garrone.
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