In una città piena di polvere, di residui del lavoro delle botteghe artigiane, di rifiuti scaraventati giù dalle finestre, l’acqua veniva a rimettere ordine e a dare un senso a tutte le cose: questa è una prima immagine che ci resta dell’età medievale a Viterbo.
Era l’acqua delle fontane, l’acqua dei fossi, l’acqua delle canalizzazioni che la distribuivano in tutta la città e che consentivano ai mulini di funzionare, alle fucine di lavorare i metalli, agli orti di essere irrigati quando i mulini smettevano di lavorare, e imponeva – come si legge nei bandi emanati dai Conservatori e dal Governatore – ai cittadini di rimediare al disordine creato con la loro attività e con la scarsa attenzione alle proprietà collettive.
E alla fine i viaggiatori che arrivavano a Viterbo, più che la polvere e la sporcizia, notavano la frescura provocata da quest’acqua che zampillava dalle fontane e che scorreva lungo i canali.
Forse Viterbo era molto più verde di oggi, certamente era più fresca di oggi e indubbiamente era più silenziosa. Viene da pensare che il Medioevo fosse, almeno da questo punto di vista, un momento particolarmente felice nella vita della città.
Angela Lanconelli questa Viterbo in età medievale l’ha studiata per decenni e ci viene a parlare proprio dell’uso dell’acqua in funzione delle abitazioni, delle attività commerciali, di quelle industriali, e delle botteghe artigiane, ma anche dell’acqua che serviva per rendere bella Viterbo, come oggi più di uno vorrebbe poter rivedere, pur con i cambiamenti strutturali che sono avvenuti nella vita quotidiana, ma che non impediscono alle fontane di fare le fontane, e al gente che vive dentro Viterbo di aspirare a viverci sempre meglio.
L’appuntamento è a Palazzo papale venerdì 22 novembre alle 16, il titolo della conferenza di Angela Lanconelli è “L’uso dell’acqua a Viterbo in età medievale”.
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