VITERBO – Giovedì 28 gennaio, presso la Sala Coronas della Prefettura, l’incontro “Dante e il Giubileo”, relatore Giuseppe Rescifina.
Per gli studiosi anche il sommo poeta venne a Roma pellegrino, durante l’Anno Santo indetto da Bonifacio VIII. Ecco come si è giunti a ritenere quasi certo il suo viaggio nella Città eterna
Tra le opere letterarie che fanno riferimento al primo Giubileo, vi è la Divina Commedia di Dante: sembra, infatti, che il suo viaggio ultraterreno sia stato compiuto nel 1300, in particolare durante la Settimana Santa dell’anno giubilare proclamato da Bonifacio VIII. Il pellegrinare di Dante nell’oltretomba doveva portarlo alla salvezza e alla purificazione, così come il pellegrinaggio del giubileo consentiva la remissione delle colpe ai penitenti. Da quanto è riportato nell’Inferno, sembra che Dante fosse tra i pellegrini giunti a Roma per acquistare l’indulgenza plenaria; egli, infatti, ricorda l’impressione avuta nel vedere la folla che passava su ponte Sant’Angelo. Questa immagine viene utilizzata da Dante per paragonare i pellegrini del Giubileo con i dannati appartenenti alla prima bolgia dell’ottavo cerchio.