VITERBO – Sabato 27 febbraio, presso la libreria Etruria, Celebration Henry James.
A cent’anni dalla sua scomparsa Henry James (1843-1916) resta l’immenso anticipatore del romanzo novecentesco. I due più grandi sperimentatori della letteratura sono stati William Shakespeare e Henry James che, a tre secoli di distanza, hanno rinnovato la concezione di uomo aprendo le porte alla modernità, il primo nel teatro e il secondo nell’ambito del romanzo. Su Henry James sono state spese molte parole, decine di critici si sono occupati della sua opera e del ruolo fondamentale che gli spetta. Vale la pena sottolineare che un genio letterario è colui che rivoluziona un genere riprendendo la tradizione precedente e aprendo la strada ai suoi successori.
La vita di Henry James è ricca di opere ma povera di eventi significativi: è quasi un’esclusiva alternanza di viaggi e di pubblicazioni. È vissuto 73 anni e ha scritto 22 romanzi, 112 racconti, 134 racconti di viaggio, 284 saggi di letteratura e critica letteraria, 1 volume di critica d’arte, 3 libri autobiografici, 1 biografia, 7 pièce teatrali, 18 prefazioni alle sue opere, circa 10.000 lettere e 1 opera collettiva. Non si è mai sposato e ha dedicato tutta la sua esistenza all’arte della scrittura. La sua ricerca letteraria fu interiore e solitaria. Artista borghese non dovette mai lavorare per vivere perché di famiglia benestante e per questo spese la sua vita ad affinare le qualità intellettive.
Henry James è figlio di Jane Austen ma anche padre di Joyce, di Virginia Woolf, di Svevo, di Pirandello, di Kafka, di Federigo Tozzi, del romanzo moderno e soprattutto di Marcel Proust con cui condivide la complessa sintassi, in entrambi portata al massimo delle sue possibilità.
In una lettera del 28 luglio 1883 James scrive “La consapevolezza è un potere senza limiti” firmando così il manifesto della sua arte. Nelle sue opere egli si concentra sulle infinite possibilità della coscienza e dell’esperienza. Le sue storie prive di azione, non raccontano nulla ma scavano nelle fessure dell’imperfezione umana rischiando di smarrire la via. L’illusione letteraria è il suo teatro e il punto di vista ne intensifica la drammaticità.
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