TUSCANIA – Si terrà sabato 19 settembre, a Tuscania, “L’arte di Bonaria Manca e la sua casa dei simboli. Un patrimonio da proteggere.”
Giornata di riflessioni, dibattiti e proiezioni.
Bonaria Manca (1925*) è una pastora sarda che vive sola a Tuscania, dove la sua famiglia è emigrata negli anni 1950. L’abbandono della Sardegna ed esperienze dolorose hanno segnato la sua vita, ma non le hanno impedito di conquistare serenità e saggezza attraverso l’amore per la natura e una straordinaria vocazione artistica. Bonaria Manca fila la lana, tesse da sola i suoi abiti, canta canzoni arcaiche e dipinge su tela e sulle pareti della sua casa le storie della sua vita e le sue visioni.
Bonaria Manca è scoperta negli anni ’80 dallo scrittore, cineasta e collezionista francese Jean- Marie Drot, direttore ai tempi della Villa Medici a Roma. Da allora i dipinti dell’artista arricchiscono collezioni di spicco, italiane e straniere, e si susseguono le manifestazioni culturali a lei dedicate. Tuttavia, gli splendidi murali e i numerosi oli su tela che la sua casa contiene sono in uno stato di conservazione allarmante. L’artista ha da poco compiuto 90 anni e non ha più le forze, materiali ed economiche, per tutelare la sua opera totale. A queste difficoltà si aggiungono complesse questioni d’eredità: della sua “Casa dei simboli” l’artista non è, infatti, che una dei tanti eredi. Non può dunque decidere in libertà di trasformarla, come vorrebbe, in una casa-museo.
Per tutelare l’artista e la sua opera mobile e immobile e per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su questo patrimonio irregolare della Tuscia, è nata l’Associazione per Bonaria Manca, organizzatrice della manifestazione. I fronti su cui questa associazione culturale senza fini di lucro ha scelto di agire sono molteplici: raccogliere i fondi necessari al sostentamento dell’artista e ai restauri urgenti e continui di cui hanno bisogno la sua casa e i suoi dipinti; ottenere il riconoscimento culturale dell’opera d’arte totale di Bonaria Manca e sottoporla a vincolo del Ministero dei beni culturali; creare un catalogo ragionato dell’opera dell’artista, materiale (affreschi, numerosi oli su tela e tessuti ricamati) e immateriale (canti e racconti).
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