GRAFFIGNANO – Domenica 7 maggio cinque artisti, Pasquale Altieri, Guido D’Angelo, Massimo de Giovanni, Davide Dormino, e Lucrezia Testa, raccontano la loro visione del paesaggio all’interno del Castello Baglioni Santacroce di Graffignano .
L’esposizione è il primo di una serie di eventi che durante i mesi estivi animeranno il Castello riaperto al pubblico dopo un lungo periodo.
Una celebrazione dell’unione profonda che lega l’uomo alla terra e al territorio in risposta alla sempre più pressante necessità di analizzare e riannodare la relazione con i propri luoghi di origine, tema spesso maldestramente banalizzato o equivocato che tuttavia riveste una fondamentale importanza.
Il profondo legame con questi luoghi unisce i 5 artisti in mostra che con diversi medium occupano lo spazio monumentale.
Dall’ installazione site-specific di Davide Dormino in cui una catena di chiodi arcaici ricompone il collegamento tra alto e basso, tra anima e terra, a quella di Massimo de Giovanni che con i suoi resti di rami, alberi, licheni legati a strutture artificiali costruisce inedite foreste.
Le immagini fotografiche di Lucrezia Testa dal mito arrivano a celebrare una visione panteista del reale, talmente naturale da far dimenticare allo spettatore che ciò che vede non può esistere se non per un istante.
I preziosi ponti sospesi di Pasquale Altieri, rielaborazione delle strutture create da Robert Maillart, si librano leggeri in mezzo a precipizi impressionanti suscitando nello spettatore la voglia immensa di percorrerli. Infine la pittura materica ma allo stesso tempo essenziale di Guido D’Angelo che utilizzando il più tradizionale dei medium riesce a regalare “déjà vu” emozionali, evocazioni che danno la certezza di aver già camminato tra l’ombra che mimetizza la vita che vi scorre.
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