Qualche tempo fa, a Viterbo, con grande clamore e risonanza mediatica, è stato presentato alla stampa il progetto HalloVit, del Centro Studi Criminologici.
Un contenitore culturale di notevole interesse, con incontri e conferenze, accomunate dal tema dell’horror e tese ad approfondire l’intreccio tra criminologia e alcuni generi cinematografici, musicali e letterari.
Un’iniziativa, insomma, di indiscutibile spessore, che ha rappresentato di certo una novità nel panorama culturale viterbese, caratterizzato, troppo spesso, più dai toni del grigio che da quelli del nero.
Peccato però che, dopo qualche giorno dalla presentazione ufficiale, inizi a delinearsi sul progetto il sospetto del plagio.
Un’ ex appartenente di Viva Viterbo, infatti, con tanto di incartamenti e scambi di mail che documentano l’incredibile vicenda, si è vista “scippare”la paternità dell’iniziativa senza nemmeno un ringraziamento da coloro che poi l’hanno effettivamente realizzata.
Questo il suo racconto: “La storia è molto semplice, avevo presentato questo progetto molto più complesso e articolato di quello che è stato fatto, quando ancora facevo parte di Viva Viterbo. Criminologi dimostrò, sin da subito, molto interesse per l’argomento, chiedendo, inoltre, se poteva aggiungere delle idee. Era un progetto che intendevo sviluppare in gruppo, quindi fui contenta dell’interessamento. Dopo un po’ di tempo lasciai Viva Viterbo, e del cartellone di Halloween non seppi più nulla, fino a quando non vidi la locandina di Criminologi che presentava l’evento. Per onestà devo dire che nel mio progetto si parlava di retrospettiva di film horror, che nella programmazione di HalloVit è stato sostituita con una conferenza. Idem per la musica, io avevo pensato di associarla a concerti in piazza di musica gotica, invece è stata collegata all’heavy metal.”
Dettagli di poco conto insomma, di fronte all’aspetto più grave della vicenda, ovvero che la proposta avanzata a giugno da un cittadino qualsiasi presenti delle incredibili coincidenze con la manifestazione realizzata a novembre da Criminologi.
A dire il vero in tutta questa storia le coincidenze sono più di una.
A partire dal fatto che su cinque conferenze, ben due sono tenute da docenti che, nella vita, sono marito e moglie, Daniele Camilli e Roberta De Vito.
O, ancora, altra singolare coincidenza, lo stesso Daniele Camilli è stato compagno di classe dell’assessore alla Cultura Giacomo Barelli.
Sicuramente però si tratta di semplici fatalità, del resto come potrebbe essere altrimenti, considerando che il tema di HalloVit era il mistero?
Simona Tenentini
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