Altro successo per Il Salotto delle 6 di Pasquale Bottone, che continua a raccogliere moltissimi consensi di pubblico con la sua indagine sul lato oscuro del Belpaese, trasferitasi a Soriano nel Cimino per questa edizione primaverile. Il secondo appuntamento della versione itinerante del Salotto, definita dallo stesso direttore artistico “on the road”, ha visto protagonista Roma, in particolare gli ultimi 70 anni di delitti e misteri che hanno attanagliato e dilaniato una delle più belle città al mondo.
Proprio dallo splendore della capitale, più precisamente da un riferimento al recentissimo Oscar vinto da Sorrentino con “La grande bellezza”, è voluto partire Pasquale Bottone nell’introduzione alla serata, con una analogia tra il massimo della decadenza di quella Roma descritta nella pellicola e la bellezza ormai perduta di una capitale cui i giornalisti Aldo Musci e Marco Minicangeli hanno dedicato l’interessante saggio “Roma assassina e criminale”, uscito da poche settimane per Stampa Alternativa. “Un volume già pubblicato in precedenza – ha tenuto a sottolineare Musci – con l’intento di tratteggiare il lato nero della città nell’anno del Giubileo, una sorta di ‘Giubileo al contrario’ che fornisse una mappa dei gravi episodi criminali di Roma, sede di poteri ufficiali e occulti, perché proprio alcuni delitti comuni rimasti irrisolti si sono poi rivelati legati, o comunque vicini, a certi poteri occulti. ‘Roma assassina e criminale’ vuole essere anche una lettura del sistema di potere che riserva alla criminologia un ruolo primario di scienza investigativa in un Paese in cui i Servizi Segreti permeano la vita politica”.
“Gli omicidi degli ultimi anni hanno sempre avuto forti legami con i casi del passato”, conferma il criminologo Nicola Longo, che ha partecipato alla serata in qualità di esperto grazie alla sua lunghissima esperienza in Polizia nella Squadra Mobile di Roma, dove ha compiuto numerose operazioni sotto copertura, e alla sua collaborazione con la Dea nella maggiore operazione antidroga degli anni Settanta.
Vengono citati alcuni casi tra i numerosissimi affrontati nel saggio dei due giornalisti: Wilma Montesi, uno dei tanti enigmi del primo dopoguerra, ritrovata cadavere da un muratore l’11 aprile del 1953 sulla spiaggia di Torvaianica: una storia di festini a base di droga a Capocotta e un retroscena che tocca gli ambienti di potere vicini alla DC. La morte della contessa Alberica Filo della Torre, ammazzata dal suo maggiordomo filippino Manuel Winston Reies che solo dopo venti anni ha confessato il delitto; caso sul quale permangono ancora forti dubbi, anche per una indagine svolta al tempo in modo approssimativo e con una certa imperizia, vedi l’intercettazione di una telefonata del domestico su quattordici bobine di cui solo cinque, allora, consegnate ad un interprete per la traduzione.
Longo intervenne come supervisore al tempo, quando si parlava anche di riciclaggio e forti erano i dubbi sui perché del crimine, e sul possibile collegamento con il delitto di via Poma.
Altro delitto, quest’ultimo, pieno di punti interrogativi, ad esempio “sul perché la perizia sul computer di Simonetta Cesaroni venne affidata a una società di cui si servivano gli stessi Servizi Segreti”.
“Come se su molti casi ci fosse qualche forza oscura a remare contro, qualcuno più in alto a forzare, ricattare, manipolare” incalza Marco Minicangeli. “L’interesse dello stato deviato” precisa Longo.
L’attenzione cade poi sull’Affaire Moro, l’equivoco di via Gradoli, il Lago della Duchessa, il falso comunicato n° 7, quanto realmente fossero coinvolte le BR. Il caso Marta Russo e i sospetti complottistici relativi alla morte di Papa Luciani, “una delle verità mai assodate su quest’uomo di Chiesa che voleva bonificare lo IOR, come ora Bergoglio”, afferma Musci.
“Che futuro può avere un Paese che non è riuscito a illuminare il suo lato oscuro?” chiede in ultima battuta Bottone. Oscuro per Musci, di speranza per Minicangeli, con l’auspicio di un impegno diverso della magistratura, in quanto a controllo e responsabilità maggiori, per Nicola Longo.
Il Salotto delle 6 cala così il sipario su Roma per accendere i riflettori, venerdì 21 marzo, sul caso Coco, il primo magistrato ucciso dalle BR.
CULTURA – Continua a crescere “Il salotto delle 6”
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