Ancora un’affermazione internazionale per Gian Maria Cervo. “Call Me God” scritto dal drammaturgo viterbese assieme ai colleghi Mayenburg, Ostermaier e Spregelburd, opera acclamata da prestigiosi critici di tutta Europa, approda in versione russa al Festival della Maschera d’Oro, il più blasonato appuntamento teatrale della capitale russa.
La Maschera d’Oro si svolge in luoghi teatrali storici per la città come il Teatro Bolshoi o il Centro Meyerhold dove il 9 marzo la piece del direttore artistico del Festival
Quartieri dell’Arte verrà rappresentata in forma di mise en espace dal regista Yury Muravitsky con un cast composto dagli attori Sergey Shaidakov, Svetlana Kaminina, Svetlana Mikhalitsheva, Mikhail Efimov (con un “cameo” dello stesso regista). Lo spettacolo è stato reso possibile anche dall’apporto del Festival Lyubimovka che ha voluto concorrere alla realizzazione dell’evento nell’occasione più importante di incontro tra le varie realtà russe del teatro, dell’opera e della danza. Il tutto mentre a Monaco di Baviera continuano le repliche di “Call Me God” in versione tedesca.
L’appuntamento in Russia arriva al termine di mesi densi di attività per Cervo. A febbraio è andato in tournée “La carne del marmo”, spettacolo su Michelangelo Buonarroti scritto dal drammaturgo viterbese, scritto per Alessio Boni (attore protagonista de “La meglio gioventù” amatissimo dal grande pubblico) e per la regia di Alessio Pizzech, che ha fatto tappe in spazi teatrali importanti come la Città del Teatro di Cascina, il Teatro Duse di Bologna, il Massimo di Cagliari e il Nuovo Teatro Comunale di Sassari. A dicembre poi la messa in scena della sua serie teatrale “Il tempo libero” all’Opificio Telecom di Roma ha avuto un pubblico attento e variegato in cui si sono visti autori noti, personaggi dello spettacolo (come Ivan Cotroneo e Vladimir Luxuria) e importanti critici nazionali.
La serie teatrale ha chiuso l’edizione 2013 di “Quartieri dell’Arte” che ha avuto un successo straordinario creando un mix perfetto di elementi e ospiti pop e colti, dalla Volksbühne di Berlino a Nicolas Vaporidis e Massimo Dapporto, ma soprattutto ospitando artisti provenienti da 11 paesi e 4 continenti, fenomeni tra i più interessanti del teatro globale e trovando spazio su 134 testate internazionali, nazionali e locali, tra queste 32 straniere, provenienti da 10 paesi diversi.
Anche il prossimo futuro per Cervo è fittissimo di impegni. “Mi è stato appena commissionato – dice – un bellissimo progetto operistico e gli impegni legati ai miei testi e all’insegnamento della drammaturgia mi stanno portando in molti paesi. L’unico rammarico – spiega – è che quello che faccio trovi molto più risalto fuori la città in cui vivo che non a Viterbo. È chiaro quello che faccio lo faccio perché mi sento legato a luoghi e esperienze storiche della Città che forse con le classi politiche contemporanee hanno poco a che fare, non mi aspetto la comprensione, tantomeno un do ut des. I cambiamenti annunciati nella giunta comunale – dice Cervo – fanno trapelare qualche spiraglio di luce, ma di fondo dopo questi mesi rimango scettico. La meraviglia del pubblico viterbese che viene a vedersi i nostri spettacoli, regalandoci ogni volta uno tutto esaurito, è già molto”.
Intanto sono in corso i lavori per l’edizione 2014 del Festival su cui il drammaturgo viterbese sta lavorando in collaborazione con alcune delle migliori energie del teatro europeo. L’intento è quello di un Festival che rappresenti una riflessione globale sulla Città di Viterbo.
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