Lunedì 27 gennaio, ore 17,30 al teatro comunale Francesco Orioli di Vallerano, in occasione della Giornata della memoria, il Comune, in collaborazione con il Comitato provinciale Anpi Viterbo, organizza la proiezione de “I volontari dei lager. Militari italiani nei lager nazisti” di Giuliano Calisti.
Testimonianze dirette di Gonsalvo Cruciani, Riccardo Marchese, Massimo Rendina, Carlo Sarti, Claudio Sommaruga e Maria Trionfi. Consulenza storica di Marco Palmieri.
Intervengono Silvio Antonini, presidente del Cp Anpi Viterbo, Giuliano Calisti, autore e vicepresidente del Cp Anpi Viterbo.
“Eravamo liberati da un maggiore canadese accolto, con grande stupore dei francesi, da un tricolore italiano che era stato ricucito nella notte; perché non cadesse in mano ai tedeschi, era stato tagliato a fette ed ogni ufficiale aveva una fetta: quando uno veniva trasferito passava la sua fetta, bianca, rossa o verde, a un altro” (Claudio Sommaruga, ex Internato militare italiano).
Begen-Belsen,Wirtzendorf, Schocken: nomi che ai più evocano la tragedia delle deportazioni della seconda guerra mondiale, ma pochi sanno che quelli furono anche i luoghi della sofferenza per i circa 650 mila, tra soldati ed ufficiali Italiani, che vennero deportati nei lager nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, con lo sbando e lo “sfascio” del Regio Esercito.
Gli ufficiali passarono in prigionia, negli Oflag, due anni di privazioni e di stenti, mentre i soldati ed i sottufficiali, negli Stalag, vennero ridotti in schiavitù presso miniere e fabbriche del Reich tedesco. Morirono in migliaia a causa delle dure condizioni della prigionia o, peggio, furono fucilati dai nazisti, come nel caso dei generali italiani che, costretti a marce sfiancanti durante la ritirata tedesca, vennero uccisi dagli assassini delle SS a pochi giorni dalla fine della guerra.
A tutti i militari italiani venne data l’opportunità di tornare in Italia arruolandosi nelle SS italiane o nelle milizie dello stato fantoccio della Repubblica di Salò: la quasi totalità rifiutò l’offerta preferendo la dura prigionia o la morte, piuttosto che tradire l’Italia aiutando la Germania.
Mentre in Italia si costituiva il movimento di Resistenza armata ed organizzata, i nostri militari prigionieri (che Hitler definì “Internati militari italiani”), dicendo no al nazifascismo, iniziavano all’estero quella Resistenza non armata che portò al riscatto degli italiani, e che contribuì a far divenire l’Italia un paese nuovo ed antifascista. Grazie alle sei interviste e alle rare immagini contenute nel documentario, con la consulenza storica di Marco Palmieri, l’Anpi provinciale di Viterbo intende diffondere e conservare la memoria, totalmente oscurata nel dopoguerra, di chi visse prigioniero nel lager gli anni della Resistenza al nazifascismo e, in quella condizione, vi partecipò.
Giuliano Calisti (Roma, 1977) biologo, informatore scientifico di professione, è legato alla città di Viterbo dove ha compiuto gli studi universitari. È autore dei documentari audiovisivi L’Antifascismo a Viterbo e in Italia: Storia e Cronaca (2004), “L’esempio di ciò che bisogna fare”, con Antonello Ricci fra gli Arditi del popolo nella Viterbo del 1921 (2004), Donne nella Resistenza non armata a Roma e in Sabina (2006), L’onorevole Angelino, Intervista ad Angelo La Bella (2007), Mio fratello Gojko, Intervista a Nello Marignoli, Partigiano viterbese Combattente in Jugoslavia (2007), Aspettando gli alleati, Antifascismo e Resistenza nel Viterbese (2009), Pokret! (Avanti!), Partigiani italiani nella Resistenza jugoslava (1943-1945) (2009). È coautore della pubblicazione Morale della favola, Raccontare la Resistenza oggi, a cura di Marco Trulli (Roma, Purple Press, 2009). Da una sua idea, la trasposizione teatrale dell’intervista a Nello Marignoli portata in scena da Pietro Benedetti con il monologo Drug Gojko.
Ricopre la carica di vicepresidente del Comitato provinciale Anpi Viterbo.
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