VITERBO – In scena venerdì 28 luglio (ore 19,30) nell’area Antiche Terme di Ferento, per Ferento Teatro Festival, “L’angeli ribbelli” di e con Massimo Verdastro, dai “sonetti biblici” di Giuseppe Gioachino Belli alla poesia di Trilussa, con la partecipazione di Giovanni Canale alle percussioni, musiche a cura di Francesca Della Monica.
“La verginità del dialetto, con quanto di equivoco può in essa sussistere, correda subito di una ragione poetica gli oggetti… che semplicemente vengono” (Pier Paolo Pasolini).
“Non casta, non pia talvolta, sebbene devota e superstiziosa apparirà la materia e la forma: ma il popolo è questo; e questo io ricopio… La scrittura è mia, e con essa tento d’imitare la loro parola” (Giuseppe Gioachino Belli).
Massimo Verdastro dà corpo e voce alle parole taglienti, dissacratorie e umanissime di due tra i più grandi poeti e scrittori italiani: Giuseppe Gioachino Belli e Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa, che in tempi storici diversi hanno entrambi elevato la lingua dialettale romana, o meglio il “parlar romanesco”, verso vette poetiche mai più raggiunte. Due poeti a confronto quindi, il realismo icastico di Belli, dove la lingua sembra bruciare e trasformarsi poi in un magma verbale carico di pathos e l’acutissima satira sociale e politica di Trilussa, che ancora oggi attraverso le sue opere poetiche e in prosa sembra parlarci in maniera diretta. Immerso nel paesaggio sonoro creato in scena dalle percussioni di Giovanni Canale, Massimo Verdastro interpreta gli episodi del vecchio e del nuovo testamento concepiti dalla penna del Belli e descritti con la modalità e il sentimento dei popolani. Partendo dalla creazione del mondo si arriva al giudizio universale e poi alla guerra, odierna concreta rappresentazione di una possibile fine del modo, con due poesie sorprendentemente attuali di Trilussa.
I sonetti biblici del Belli così come i due componimenti di Trilussa sulla guerra sono materia magmatica, ironica, irriverente, comica e violenta, e nello stesso tempo incredibilmente vitale e presente. Roma con le sue piazze e le sue strade è il teatro nel quale prendono vita le storie dell’antico e del nuovo testamento narrate dal Belli. Il poeta romano costruisce i suoi sonetti con la lingua del popolo: a volte potente, iconoclasta, profana, seppur pervasa da un sentimento di profonda religiosità, ma l’intento non è mai descrittivo o illustrativo, tantomeno didascalico o macchiettistico. I due componimenti di Trilussa che affrontano con crudezza il tema della guerra, spostano la prospettiva da un piano di ricerca linguistica complessa e di grande respiro poetico come quella del Belli a quello di amara e durissima riflessione sul disastro di due guerre mondiali, delle quali Trilussa, per ragioni anagrafiche, rende lucida e tragica testimonianza.
Lo spettacolo sarà preceduto alle 18,30 dalla visita al sito archeologico a cura dei volontari di Archeotuscia. Per ulteriori informazioni sulla stagione teatrale consultare la pagina fb Ferento Teatro Romano o il sito http://www.teatroferento.it/ .
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