VITORCHIANO – Da trent’anni la vita quotidiana dei cittadini di Vitorchiano è accompagnata dalla statua del Moai, alta 6 metri e oggi collocata presso il belvedere da cui si gode di una splendida veduta del borgo medioevale.
Una storia unica, quella che ha portato alla realizzazione, la prima al di fuori dell’Isola di Pasqua, di una delle celebri sculture monolitiche che caratterizzano la lontana e misteriosa isola dell’Oceano Pacifico, distante in linea d’aria 15mila chilometri dall’Italia. Con la particolarità di essere stata realizzata in peperino, la tipica roccia vulcanica della Tuscia viterbese e ora estratta soltanto a Vitorchiano.
Nel 1990 un clan di 19 abitanti di Rapa Nui- nome indigeno dell’Isola di Pasqua, appartenente al Cile – guidato da Juan Atan Paoa realizzò il Moai secondo le tecniche tradizionali, cioè modellandolo con asce e pietre secondo antichissime procedure artigianali, in una delle cave vitorchianesi.
Tutto il gruppo fu ospite della comunità locale per oltre un mese.
La Rai, con la trasmissione “Alla ricerca dell’arca” presentata da Mino D’Amato, invitò in Italia queste persone e il loro lavoro fu trasmesso interamente. L’allora sindaco di Vitorchiano, Francesco Ricci, volle la statua in paese e l’imprenditore Renzo Anselmi mise a disposizione la cava con mezzi e uomini.
Per celebrare i trent’anni, l’amministrazione comunale, in collaborazione con la Pro Loco, ha preparato una serie di iniziative sotto il titolo “Fratelli di pietra”, per sottolineare il legame culturale e affettivo che unisce Vitorchiano a Rapa Nui e il collante della pietra che lega queste due comunità così distanti tra loro.
“Il Moai è una delle principali attrattive del nostro borgo – dichiara il sindaco Ruggero Grassotti – e ha fatto parlare molto di Vitorchiano a livello nazionale e internazionale. Lo abbiamo posizionato in un luogo molto amato sia dagli abitanti locali sia dai visitatori. Sarà dunque emozionante ripercorrere la storia della statua e incontrare le persone, o i loro figli, che hanno reso possibile tutto ciò. Sto seguendo personalmente l’organizzazione di queste iniziative che celebrano un importante momento di apertura e di condivisione, per cui ringrazio tutti coloro che collaborano e sostengono l’evento”.
“Vogliamo riscoprire quest’anno il filo indissolubile che lega Vitorchiano alla famosa isola del Pacifico – aggiunge l’assessore alla cultura Gian Paolo Arieti – La straordinaria vicenda che ha consentito al nostro paese di avere un Moai ha avuto degli artefici che non possono essere dimenticati e che hanno reso un grandissimo onore al paese. Una miscela umana fatta di volontà, professionalità, passione e solidarietà ha mosso gli animi di questo nucleo di persone, grazie alle quali Vitorchiano oggi può vantare un’opera davvero unica e tuttora oggetto di attenzione da parte dei turisti”.
Il 5 dicembre 2020 sarà inaugurata una mostra che racconta, attraverso foto, oggetti e materiale vario, i primi trent’anni del Moai a Vitorchiano.
Ovviamente la mostra sarà visitabile in modalità a distanza, attraverso una visita guidata virtuale che sarà proposta al pubblico attraverso i canali web e social del Comune.
Il 12 dicembre, invece, si terrà una cerimonia in presenza, trasmessa anche in streaming e arricchita da collegamenti da remoto con i protagonisti della storia: in diretta dall’Isola di Pasqua interverranno i rappresentanti della famiglia Atan, mentre saranno ospiti i figli di Mino D’Amato, il figlio del sindaco Francesco Ricci e l’imprenditore Renzo Anselmi. Per ricordare questo evento verrà realizzato un annullo filatelico che sarà disponibile nella giornata del 12 dicembre e inoltre saranno stampate tre cartoline che potranno essere usate anche per l’annullo postale. La manifestazione ha in sostegno della Regione Lazio e il patrocinio dell’Ambasciata del Cile in Italia e della Provincia di Viterbo.
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