VITERBO –

Dopo anni di assenza Paola Trappolini sceglie Viterbo, sua città d’elezione, per esporre le opere più recenti ed innovative insieme ad altre appartenenti alla sua storia artistica.
La mostra, al Palazzo degli Alessandri dal 25 aprile al 1° maggio in concomitanza con San Pellegrino in fiore, è la conferma della personalità dell’artista: un continuo rinnovarsi in chiave formale e cromatica lungo le stagioni della vita. La pittrice non si adagia sui successi ottenuti riproducendone all’infinito i modelli ed in tale prospettiva potrebbe dirsi addirittura avara dal momento che ogni suo ciclo artistico conta un limitato numero di pezzi.
Il tratto distintivo della mostra verte su tecnica, astrazione, cromatismo, dimensione.
I moduli informali testimoniano l’assoluta padronanza degli strumenti espressivi, solidamente costruita in accademia a Roma e, ancor prima, nelle aule del liceo artistico. La composita esperienza dell’artista propone per ogni lavoro una realtà possibile tanto da offrire allo spettatore la più vasta panoramica interpretativa, in qualche caso convogliata sulle sponde dell’amato lago di Bolsena.
Ad ispirare il coinvolgente cromatismo “a cascata” è il fluire di luci ed ombre giocato sull’armonia delle tinte e delle tonalità. Un gettito prorompente di intuizioni estetiche legate a filo doppio con le pulsioni dell’anima dell’artista in questo segmento di vita.
Che dire delle grandi dimensioni di alcune tele? Una scelta vincente in linea con i contenuti che non potrebbero altrimenti godere di miglior evidenza.
La professionalità di Paola Trappolini, frutto di un cursus studiorum specifico, registra le tecniche più varie, dalla tempera all’olio, dall’acquerello ai pastelli giungendo fino all’incisione ed alla plastica. Pregevoli le copie su tavola di alcuni particolari di celebri dipinti rinascimentali ed il realismo dei ritratti. La pittrice ha lungamente insegnato materie artistiche presso le scuole medie superiori tra cui l’allora Istituto d’Arte Midossi di Civita Castellana.