VASANELLO – Dieci anni. Sono passati dieci anni dalla prima edizione di Ortaccio Jazz
Festival; dieci edizioni che hanno fatto di OJ uno degli appuntamenti più
seguiti e attesi della stagione. Sul palco del festival in questi anni è passato il meglio del jazz italiano: Steve Grossman, Dino Piana, Giorgio Rosciglione,
Rosario Giuliani, Rita Marcotulli, Roberto Gatto, Enzo Pietropaoli,
Fabrizio Bosso, Rossana Casale, Luciano Biondini, Danilo Rea, Gege
Munari, Ada Montellanico, Gabriele Mirabassi, Javier Girotto, Aires tango,
Maria Pia De Vito, Francesco Cafiso, Peppe Servillo, Natalio Mangalavite,
Flavio Boltro, Lorenzo Hengeller, Enrico Pieranunzi, Orchestra operaia,
Martux_m crew, Francesco Bearzatti, Paolo Recchia, Gabriele Coen ed
altri…
La rassegna è organizzata dall’Associazione Culturale “Messico e nuvole”
con il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Viterbo e del
Comune di Vasanello.
Quest’anno l’appuntamento è dal 16 al 19 luglio sul palco di Piazza Ortaccio
a Vasanello (VT).
Apertura del festival, giovedì 16 luglio, con il duo composto da Antonello
Salis al pianoforte e alla fisarmonica e Michele Rabbia alla batteria e alle
percussioni. Antonello Salis è un musicista che per qualità strumentistiche e
velocità di pensiero è, da tempo, nell’Olimpo dei grandissimi e con il passare
degli anni, affina sempre più il suo dire musicale. Con lui l’improvvisazione
diventa realmente composizione istantanea figlia di una tecnica al servizio di
una verve non comune, di un gusto appassionato per i giochi armonici e per
le scomposizioni ritmiche dove l’imprevedibile, lo scarto, l’invenzione
diventano norma. Stavolta, sul suo cammino, ha incontrato un partner
davvero speciale, affine per sensibilità ed estro musicale, un compagno di
viaggio come Michele Rabbia che grazie ad uno stile personalissimo, intenso
e magmatico, è tra i percussionisti più creativi e intelligenti della scena
odierna. Un progetto dunque basato su un’idea totale di musica, fatta di
suono e colore, di capacità di improvvisazione e di una libertà totale di
concepire i suoni. Una performance complessa e fuori dagli schemi, nella
quale i ruoli degli strumenti sono spesso rovesciati e il limite fra i generi
viene spesso superato alla ricerca di una nuova ed originale sintesi musicale.
Venerdì 17 è il turno di Francesco Bearzatti, uno dei talenti italiani più attivi
e originali del panorama musicale europeo. Dopo il tributo a Tina Modotti e
a Malcolm X, ha deciso di tributare un omaggio al genio musicale
di Thelonious Monk con un progetto adrenalinico in cui l’energia, la
forza dei pezzi rock si fondono con le architetture dei più famosi temi del
musicista scomparso 30 anni fa. “Monk’n’roll è un progetto, un sogno – dice
Bearzatti – sognato da quattro quarantenni che, dopo esser cresciuti con il rock’n
roll, si innamorano del jazz, di Monk. Ecco, ora è arrivato il momento di capire cosa
si può fare con queste cose, come metterle insieme per scoprine l’alchimia nuova che
producono. Un modo, un tentativo per tenerle sempre con noi.”
Sabato 18 continua il viaggio di OJ tra le orchestre jazz del panorama
italiano. Quest’anno una formazione davvero eccezionale: la MARIO RAJA
BIG BANG. Nata nel febbraio 1988è diventata una delle orchestre di jazz
più durature del panorama italiano. Della formazione originale facevano
parte, oltre allo stesso Raja ai sassofoni, Giancarlo Maurino, Maurizio
Giammarco e Roberto Ottini. Alle trombe Marco Tamburini, Flavio Boltro e
Paolo Fresu. Ai tromboni Danilo Terenzi e Roberto Rossi. Alla sezione
ritmica Marco Rinalduzzi, Enzo Pietropaoli, Danilo Rea e Roberto Gatto.
Nel 94 sono entrati nell’orchestra i giovanissimi Stefano Di Battista e Chiara
Civello. Nel 97 ancora un cambio di formazione con l’ingresso di con Gavino
Murgia, Gabriele Mirabassi e Maria Pia De Vito. Nel 2006 Mario Raja ha
deciso di rifondare l’orchestra coinvolgendo alcuni fra i più interessanti
talenti del nuovo jazz romano. L’orchestra si è dedicata negli ultimi anni alla
rilettura di alcuni brani di Igor Stravinsky e nel 2014 ha pubblicato un album,
Bird calling, tratto da quest’esperienza. Charles Mingus – dice Mario Raja – ha
raccontato che un giorno Charlie Parker gli telefonò, mise il disco della ninna nanna
dall’”Uccello di fuoco” di Igor Stravinsky e cominciò a improvvisarci sopra. Secondo
Mingus fu una delle cose più straordinarie che avesse ascoltato in vita sua. Questa
storia mi ha molto colpito. Conoscevo la passione di Parker per Stravinsky e sapevo
che era ricambiata. Stravinsky amava il jazz e andava ad ascoltare Parker nei club di
New York. Ho provato a raccontare l’incontro fra questi due mondi usando negli
arrangiamenti una scrittura più sinfonica che da big band, lasciando alla sensibilità
dei musicisti dell’orchestra il tentativo di ricreare la magia di una telefonata di tanti
anni fa.
Domenica 19 luglio chiusura del festival con un concerto di grande rilievo.
A distanza di due anni dal precedente album, il duo Musica Nuda si
presenta nuovamente sulla scena musicale internazionale con un nuovo
progetto che pone un sigillo su una carriera lunga dodici anni e costellata di
successi. Il titolo è la sintesi di Musica Nuda, ovvero, una piccola meraviglia.
Non è la presunzione che ci ha fatto scegliere questo titolo – dichiarano Petra e
Ferruccio – bensì la riscoperta della nostra unicità con lo stesso l’entusiasmo che
oggi, come all’inizio del nostro percorso artistico, contraddistingue quello che
facciamo. “Little Wonder” è anche e soprattutto un regalo che abbiamo fatto a noi
stessi. “Little Wonder” nasce, infatti, come risposta naturale al desiderio di
riappropriarsi di quella dimensione intima che è l’essenza del loro duo: Petra
e Ferruccio, voce e contrabbasso.
Un incontro fortuito voluto dal destino quello tra Petra Magoni e Ferruccio
Spinetti, duo che risponde al nome di Musica Nuda. Nel gennaio 2003, Petra
Magoni aveva in programma un mini-tour in alcuni piccoli club della “sua”
Toscana con un amico chitarrista. Proprio il giorno del loro primo concerto,
quest’ultimo si ammala. Petra, invece di annullare la data, chiede a Ferruccio,
già contrabbassista degli Avion Travel, di sostituirlo all’ultimo minuto. Il
concerto ottiene un tale successo che i due protagonisti di questo
“Voice’n’bass” combo, nel giro di qualche settimana, mettono insieme un
intero repertorio composto dalle canzoni che più amano e di slancio
registrano in una sola giornata il loro primo album “Musica Nuda”, titolo che
darà poi il nome anche al loro duo. Nel corso degli anni, Ferruccio e Petra
hanno portato il loro progetto in giro per il mondo, riuscendo a raggiungere
anche spazi prestigiosi tra cui l’Olympia di Parigi, l’Hermitage di San
Pietroburgo. Inoltre, sono stati ospiti del Tanz Wuppertal Festival di Pina
Bausch e, sempre in Germania, hanno aperto i concerti di Al Jarreau. In 12
anni Petra e Ferruccio hanno realizzato più di 1000 concerti, prodotto sei
dischi in studio, due dischi live e un dvd.
La manifestazione è ad ingresso gratuito e tutte le sere offre la possibilità di
degustazioni enogastronomiche in piazzetta in attesa dei concerti.
INFO E PRENOTAZIONI:
www.ojfestival.it
info@ojfestival.it
3357533476 – 3381766177
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