Il terzo appuntamento a Vasanello con la rassegna Dante –Poeta del Desiderio incassa un nuovo straordinario sold out.
All’incontro di giovedì scorso, il prof. Franco Nembrini, uno dei massimi esperti, anche a livello internazionale, della Divina Commedia, è riuscito nuovamente a riempire la sala del cinema Albertone, tanto che molte persone sono state costrette a rimanere in piedi.
Tra gli ospiti presenti anche il rettore dell’Università di Tiblisi insieme ad alcuni studenti, il presidente della Commissione tributaria di Viterbo ed alcuni rappresentanti dell’Accademia della Buona Cucina.
Tutti, come sempre, in religioso silenzio per oltre due ore. Del resto all’argomento trattato non poteva non essere riservata la giusta attenzione.
Protagonista della conferenza, infatti, è stata la Cantica numero XXXIII, l’ultima della Divina Commedia che rappresenta la fine del percorso del Sommo Poeta alla ricerca di quella felicità che coincide con l’Infinito.
“Si tratta di versi che fanno quasi trasalire – ha spiegato Nembrini – vista la presunzione con la quale lasciano intendere di conoscere l’essenza stessa di Dio, ma, nello stesso tempo, riescono a stupire per il profondo significato interiore che raccontano, quello del viaggio umano alla scoperta dell’amore supremo che risponde alla pressante domanda che assilla gli uomini dall’eternità, ovvero se tutto si compie con la morte o continua a vivere nell’Aldilà.
Il Paradiso è il luogo del continuo movimento, del tutto che ricomincia ogni giorno, è la cantica della vita vera, della vita possibile. Della vita che nelle pieghe e nelle piaghe della giornata, nei rapporti col male che la dimenticanza, il tradimento, insomma il peccato, ci fanno pur vivere, rintraccia continuamente, donando, ogni volta, una bellezza, una speranza, una presenza: quella dell’amore di Dio che move il Sole e l’altre stelle”, l’unico sentimento in grado di placare l’insaziabile desiderio dell’uomo alla ricerca del suo significato.
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