MONTALTO DI CASTRO – Sabato 17 gennaio ore 21,00, al teatro Lea Padovani di Montalto, “Il lago dei Cigni, ovvero il Canto”. “Titolo” per eccellenza nel repertorio del grande balletto classico, Il lago dei cigni ben si presta (anche per il complesso, sofisticato ‘arco’ drammaturgico della struggente vicenda rappresentata, in cui il libretto di Begičev e la stupenda musica di Čajkovskij si fondono con inimitabile fluidità) a essere punto di partenza per una riflessione sul sottile, ambiguo rapporto che lega inscindibilmente arte e vita, e se sia quest’ultima a influenzare la prima o se piuttosto non sia – secondo un vecchio paradosso – la vita a “imitare” l’arte.
Capolavoro del teatro di danza, perfetta sintesi di composizione coreografica accademica e “notturno” romantico, di chiarezza formale e inquietanti simbologie psicanalitiche, Il lago dei cigni è una fiaba senza “happy end”, in cui i due protagonisti Siegfrid e Odette pagano con la vita l’amore che li lega, anche se vediamo i loro spiriti risorgere e avviarsi uniti verso una felicità ultraterrena… Una di quelle “favole d’amore in cui si crede nella giovinezza”, avrebbe detto un altro grande russo contemporaneo di Čajkovskij, Anton Cechov, che nel 1887 scrive l’atto unico Il canto del cigno, in cui un attore ormai vecchio e malato, “con l’anima fredda e buia come una cantina”, ripercorre in modo struggente i grandi ruoli interpretati nella sua lunga carriera…
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