CULTURA – Completato il restauro di un antifonario della Biblioteca degli Ardenti

E’ stato presentato presso i locali del Consorzio Biblioteche di Viterbo, con la partecipazione delle quinte classi della scuola elementare dell’istituto comprensivo “Ellera”, il restauro di uno degli antifonari in pergamena provenienti dalla Chiesa di S. Maria in Gradi e conservati nella Biblioteca degli Ardenti.
Il volume del XV-XVI secolo contenente le musiche e i canti della liturgia con il coro, è stato portato eccezionalmente alla visione diretta del pubblico che ne ha potuto così apprezzare la bellezza ed il significato.

Sono intervenuti alla presentazione l’Assessore alla Cultura della Provincia di Viterbo Giuseppe Fraticelli, la dottoressa Iolanda Olivieri, direttrice della Biblioteca consorziale di Viterbo e la dottoressa Paola Sannucci, coordinatrice tecnica del Laboratorio di restauro della Provincia.

“Un evento eccezionale che meritava di essere proposto al pubblico – ha spiegato l’assessore Fraticelli – all’interno di una cornice prestigiosa come il Consorzio biblioteche, un luogo dove si promuove e si fa cultura di qualità. Ammiriamo il risultato di un importante e prestigioso lavoro di restauro realizzato grazie alla professionalità dei tecnici che operano all’interno del Laboratorio di restauro della Provincia che ancora una volta si conferma centro d’eccellenza per la produzione culturale. Sono davvero felice della presenza degli alunni delle scuole elementari – ha poi aggiunto l’assessore – che hanno potuto così ammirare dal vivo un oggetto di valore patrimonio dell’intera comunità viterbese”.

Il restauro, effettuato dalla restauratrice Maria Graziella Cattafi del Laboratorio provinciale, è durato più di un anno: il libro è stato interamente smontato, pulito e riassemblato attraverso una nuova rilegatura (grazie anche al contributo di Leandro Gottcher). Le coperte in legno rivestite in cuoio sono state interamente smontate, risanate e ricomposte con un nuovo dorso e sono state ricostruite le fascette di chiusura e le borchie, che avevano ed hanno ancora una funzione conservativa del volume.
Durante il corso del restauro è stato accertato che la realizzazione del volume, che pesa più di 13 kg, ha richiesto l’utilizzo di pelli di ben 100 pecore, praticamente un gregge. Questa notizia è utile anche per comprendere il costo effettivo di questi oggetti all’epoca in cui furono realizzati.
Per meglio avvicinare i bambini delle scuole al reliquiario, sono state anche illustrate le tecniche di scrittura del tempo stimolando la loro curiosità.

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