ATTUALITA’ – Panorama d’Italia, grande successo per Sgarbi, Zoff e Mogol

Nel secondo giorno di “Panorama d’Italia”, protagonisti assoluti sono stati gli under 25: prima per considerare le prospettive, difficili ma non necessariamente proibitive, di trovare (o inventarsi) un lavoro e poi per capire come lanciare una start-up. A fine mattina, la “lectio magistralis” di Sgarbi all’inaugurazione del Museo Civico. Nel pomeriggio il seminario Ibm sulla digitalizzazione e le interviste pubbliche a Dino Zoff e a Mogol.

A Viterbo c’è fervore di cambiamento, voglia di innovazione, desiderio di riscatto: e i giovani sono protagonisti di tutto questo. La seconda giornata di “Panorama d’Italia” è stata tutta loro, a cominciare dal lungo convegno su lavoro e start-up svoltosi in mattinata all’Università della Tuscia, per proseguire col seminario dell’Ibm sulla digitalizzazione, l’intervista pubblica col grande Dino Zoff, glorioso portiere della Nazionale di calcio, e con Mogol, insuperabile paroliere di Lucio Battisti. Applausi a scena aperta, inoltre, per Vittorio Sgarbi all’inaugurazione del Museo civico seguita dalla lectio magistrais per gli ospiti di Panorama d’Italia.

Dunque, il lavoro, la grande emergenza: la disoccupazione è grande, quella giovanile grandissima, e le tendenze a breve termine, nel Viterbese, non sono confortanti. “La generazione dei nostri padri poteva scegliere il lavoro, la mia generazione doveva trovarlo, la vostra deve inventarlo”, ha detto il direttore di panorama Giorgio Mulè, aprendo il convegno “Pensare al lavoro, creare il lavoro”. “Pensare al lavoro, creare il lavoro” è stato il tema della tavola rotonda che ha aperto la mattinata di Panorama d’Italia all’Università della Tuscia. In un’aula magna affollatissima, il direttore di Panorama, Giorgio Mulé, si è rivolto agli studenti introducendo i lavori: “La generazione dei nostri padri poteva scegliere il lavoro, la mia generazione doveva trovarlo, la vostra deve inventarlo”.
Uno spunto immediatamente raccolto da Alessandro Ruggieri, rettore dell’Università della Tuscia, economista: “Si può entrare in questo sistema ma si deve ragionare in modo diverso rispetto al passato, senza un paradigma prestabilito si deve essere capace di sviluppare idee da cui nascono nuovi prodotti”. Maria Cristina Farioli di Ibm ha ricordato agli studenti che gremivano l’aula magna che si sta “vivendo una terza rivoluzione, silente ma capillare, dopo quella agricola e industriale, la rivoluzione dei dati. In un minuto oggi si contano 170 mila tweet, mentre su you tube girano 2 milioni di video. È la nuova digital economy che sta ritracciando il mondo tradizionale. In Italia siamo in ritardo. Ma se recuperiamo il nostro gap nel mondo digitale potremo avere almeno 200 mila posti di lavoro. A livello europeo dalla professionalità digitale in Europa nasceranno oltre 450 mila nuove figure professionali. Che nel 2020 saranno più di un milione. La sfida è qui davanti”.
Importanti i contributi della politica: l’assessore allo sviluppo economico di Viterbo Giacomo Barelli, per il quale “Le politiche sul lavoro non possono essere lasciate in mano solo al governo centrale. Le autonomie locali hanno e devono avere sempre più un ruolo”. Bene esemplificato dall’assessore alla cultura e al termalismo Antonio Delli Iaconi, che ha annunciato la gara per la ripaertua delle terme ex-Inps, che genereranno 150 nuovi posti.
Il presidente di Unindustria Lazio Maurizio Stirpe, imprenditore di successo nel settore della plastica, ha indicato le cinque linee guida per la ripresa: economia del mare, rilancio della manifattura, turismo, networking tra imprese, infrastrutture: “Dal raddoppio di Fiumicino al completamento della Orte-Civitavecchia ce ne sarebbero cinque già finanziare da cantierare subito che da sole rilancerebbero l’economia del Lazio”. La tavola rotonda è stata chiusa da un intervento di Gianluca Randazzo, della Fondazione Mediolanum, sull’importante della responsabilità sociale dell’impresa nel sostegno alle esigenze della collettività.

A seguire, passerella di start-up, moderata da Barbara Carfagna del Tg1, tra i giornalisti italiani più esperti in materia: “Le start-up nate ad oggi, con la nuova legge sono state in Italia 2755, di cui 1200 nell’ultimo anno, e il Lazio è stato al terzo posto in Italia”, ha sintetizzato Giulio Curti (responsabile dell’incubatore ICult di Bic Lazio). Ma, come ha osservato Carfagna aprendo i lavori: “Se inventare un’impresa è un arte, chi la finanzia è eroico”. Tra i soggetti che sostengono le nuove idee e le strat up c’è Ibm cHe, come ha spiegato Giuseppe Ravasi (Ecosistem development and innovation center manager Ibm), è il principale “partner delle nuove iniziative” in Italia e nel mondo. “Nei nostri laboratori stiamo lavorando alla terza generazione di computer, i sistemi cognitivi”, ha detto Ravasi. Tra le idee presentate quella di Astolfo Vesci, inventore di Ttouch un tavolo grafico che diventa multimediale: “Siamo partiti dall’oggetto più comune e più antico nella storia dell’uomo e lo abbiamo ridisegnato secondo il gusto italiano. Abbiamo raccolto poi i finanziamenti per farlo diventare realtà”. Italia Camp è stata l’organizzazione partita dall’Università Luiss per “presentare e far conoscere le proprie idee”, ha spiegato Marco Michele Gentile. “E ci stiamo strutturando sempre più per fare matching tra i progetti e chi può sostenerli”. Altre case-history presentate sono state quelle di Tigix, di Tommaso Spagnoli, classe 1982, fondatore di Tigix, un luogo di co-working, che ha già raggiunto il profitto in tre anni, e di Skylab studios, un laboratorio ci comunicazione visiva che crea tra l’altro innovativi percorsi multimediali di visita nei musei”. Incisiva la conslusione della Carfagna: “Nei prossimi cinque anni dal 2015 al 2020 le start e l’innovazione cambieranno completamente il nostro modo di vivere e di lavorare. Ora tocca a voi e alla vostra creatività”.
Nel primo pomeriggio, nel salone della Camera di commercio, il seminario dell’Ibm sulla digitalizzazione delle imprese ha posto l’accento sulla centralità dei nuovi servizi, come in particolare il cloud e la possibilità di utilizzare il software “as a service”, dunque acquisendolo al bisogno e nella necessaria modalità e quantità e non in forma stabile. Mentre nuovamente la creatività, questa volta però artistica – antica e moderna – è stata al centro degli altri eventi della giornata.

Innanzitutto, poco dopo le 12, la riapertura del Museo civico di Viterbo, chiuso da tempo per la ristrutturazione di alcune zone, di cui è stato celebrante d’eccezione Vittorio Sgarbi che, per gli ospiti di Panorama d’Italia, ha anche tenuto la sja lectio magistralis: “Una città d’arte e di cultura non può dire di avere il suo museo principale chiuso” ha detto il sindaco prima di lasciare la parola a Sgarbi.Il quale ha affermato che Lorenzo da Viterbo, l’artista che ha affrescato la Chiesa che ospita il Museo, ha la stessa importanza degli artisti più noti che lavorarono nell’Italia del Nord nel Quattrocento, essendosi formato a Padova, dove aveva stretto amicizia con Mantegna, di cui è l’equivalente: “Nel 1469 non c’era un pittore romano più grande di lui”. Ammirando l’affresco del matrimonio di San Giuseppe e della Vergine, Sgarbi lo ha definito un momento sublime dell’arte italiana, in cui si perfeziona il senso dello spazio e della prospettiva. Straordinaria anche la Deposizione di Sebastiano del Piombo, un capolavoro di tale grandezza da non poter essere nascosto al mondo.
Nel pomeriggio, due protagonisti del mondo dello sport e della musica: Dino Zoff, intervistato dal giornalista di mediaset Marfco cherubini, sul suo libro “Dura solo un attimo, la gloria”, e Mogol, intervistato da Gianni Poglio di Panorama.
Zoff ha ripercorso tutta la sua carriera, dall’amaro debutto con l’Udinese, sconfitto 5-2 con la Fiorentina fino ai tanti trionfi: “A Udine la settimana Incom al cinema propose le immagini di quella partita, io ero al cinema e mi vergognai così tanto che mi abbassai sotto le poltrone per cercare di non farmi vedere”. Oggi invece i giovani nel calcio sono diversi: “I media sono così presenti che non ti permettono di fare nulla e sei subito in tv. Ai miei tempi potevi tirare giù anche qualche Madonna in una partita e non ti diceva niente nessuno. Oggi ti prendono con lo zoom e fai una figuraccia”. Il problema oggi non sono i soldi, “perché non sono per tutti i giocatori, credo che non guadagnino tanto, tolti alcuni”, nota Zoff. Piuttosto il vero problema è che “in passato in tutti i mestieri si doveva fare gavetta. Oggi invece ti propongono tutto subito. E questo è pericoloso”
Degli undici anni alla Juve ha rievocato le telefonate antelucane di Gianni Agnelli: “Di calcio voleva saper tutto e sapeva tutto. Si interessava di tutto. Un alone di persona straordinaria mai arrabbiata. Tante volte veniva negli spogliatoi e non l’ho mai sentito dire dobbiamo vincere. Però aveva questo vizio di chiamare tutte le persone la mattina presto. Cominciava alle cinque di mattina”. E per finire ancora una parola per nonna Adelaide: “Aveva ragione mia nonna: la gloria dura un attimo solo. Ma certi attimi, se li sai coltivare, possono durare una vita intera”.
Infine, il grande Mogol. Un’excursus sulla musica italiana, sul suo straordinario rapporto con Lucio Battisti, sui musicisti e gli artisti: “Che sono fatti al 10% di talento e al 90% di lavoro, studio, impegno”, ha detto il grande paroliere. Citando Edison: “Serve l’ispirazione ma ancora più traspirazione…”. Detto da un autore che ha creato centinaia di canzoni, di cui almeno 110 entrate nel patrimonio culturale collettivo degli italiani e non solo.

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