Lo scorso 4 luglio è stato ufficialmente consegnato alla Fondazione Carivit il progetto esecutivo di “Restauro e rifunzionalizzazione dei resti delle monumentali Scuderie della Rocca Albornoz”, comprensivo dell’autorizzazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Sarà ora compito dell’amministrazione comunale di Viterbo avviare entro l’estate la gara d’appalto dei lavori che riconsegneranno alla città un’opera del Bramante praticamente sconosciuta, progettata dal celebre architetto per il papa Giulio II agli inizi del ‘500.
Per i ruderi di Piazza Sallupara, quindi, il futuro è a portata di mano.
Il progetto è stato portato avanti con caparbietà dagli storici dell’architettura viterbesi Simonetta Valtieri ed Enzo Bentivoglio. È grazie alla loro segnalazione, già nel 1971, che le Scuderie della Rocca Albornoz vengono attribuite al Bramante (alcuni documenti del 1506 e 1508 ne attestano la presenza a Viterbo) e sottoposte a vincolo. La possibilità di un loro recupero è diventata concreta negli ultimi sei anni, grazie alla convenzione tra Fondazione Carivit e Università Mediterranea della Calabria (con la nomina di Simonetta Valtieri, ordinario di restauro architettonico, come coordinatore scientifico) e all’acquisizione del complesso, allora proprietà del demanio militare, da parte del Comune di Viterbo usufruendo di fondi regionali e con la partecipazione della banca Carivit spa. I lavori di ripulitura e rilievo che ne sono seguiti hanno riportato alla luce le 24 colonne e capitelli dell’originario impianto bramantesco, facendo virare il progetto verso un restauro di ricomposizione teso a esaltare le parti autentiche e la fisionomia originaria della struttura, limitando le aggiunte necessarie alla sua rifunzionalizzazione.
“Adesso – spiegano i responsabili – auspichiamo che il Comune di Viterbo proceda in tempi brevi all’avvio della gara d’appalto. Se i lavori inizieranno entro il 2014, la riscoperta di un’opera sconosciuta di Bramante troverà un’ulteriore diffusione e valorizzazione, collocandosi nell’anno delle celebrazioni dei 500 anni della scomparsa del celebre architetto. Poiché la durata dei lavori è programmata in un anno solare, la struttura potrebbe anche accogliere manifestazioni collegate all’Expo 2015”.
Sulla destinazione futura, si preferirebbe “una destinazione d’uso coerente con il loro valore di monumento legato a Giulio II e al Bramante, e diversificata, per dare la possibilità di un loro uso continuo. Ai fini di una comunicazione esterna, oltre ad accogliere iniziative e attività giovanili nell’ambito artistico e culturale e allestimenti temporanei, potrebbe ospitare un punto web di conoscenza e irradiazione verso le notevole risorse materiali e immateriali di Viterbo e del suo territorio”.
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