BOMARZO – Allievo dei maestri viterbesi Fortunato Del Tavano e Felice Ludovisi, Giorgio Pulselli nei frenetici anni sessanta e’ studente della facoltà di Architettura a Roma. Nonché frequentatore del noto pittore e sculture Domenico Mastroianni. Basterebbero queste due righe per inquadrare il personaggio. In un salto temporale e artistico che lo ricongiunge ai giorni nostri. Alla sua personalissima mostra a Palazzo Orsini di Bomarzo. Quella che si aprirà mercoledì (il 30 di aprile, alle ore 17), e rimarrà a disposizione di appassionati e curiosi fino al 4 maggio.
“Fantasie oniriche, giocose e birichine”, questo il percorso presentato da Pulselli. Un autentico viaggio tra le sue incredibili creature di cartapesta. Plasmate con ineccepibile cura, tra forme in movimento, flash di leggerezza e visioni quasi surreali. “L’intesa con l’artista è stata immediata – dicono a braccetto i promotori ‘Amici del palazzo’ e la locale Pro Loco – Ci si è incontrati quasi per caso, ma subito si è capito che si poteva sviluppare insieme un percorso creativo ed estremamente interessante”.
L’evento non si ferma alla sola mostra, ma nella stessa mattina del 30 si terrà una lezione didattica sulla lavorazione della cartapesta, dedicata ai ragazzi delle scuole elementari e medie di Bomarzo. Una sorta di incontro con l’autore. Contornata dagli allievi della scuola “Domenico Mastroianni”, dall’oratorio Santa Maria della Quercia, più la Luniasm (libera università).
L’iniziativa è possibile grazie innanzitutto alle due realtà sopracitate. Ma anche per via dell’apporto dato dal patrocinio dell’amministrazione comunale, e dai due sponsor Fondazione Carivit e Banca di Viterbo.
Un modo piacevole e leggero per rendere omaggio ad uno dei talenti viterbesi. Pulselli ha infatti ricoperto il ruolo di architetto all’interno di Palazzo dei Priori. Ha disegnato a lungo vignette per “Il Messaggero”. È infine passato dalla pittura alla lavorazione del legno. Prima di abbracciare la cartapesta.
Entrando nello specifico, infine, la mostra di Bomarzo è divisa in due sezioni: “Tutti i colori nel bianco”, dedicata al Palio di Siena. E una parte su “fratini” e “monachine” provenienti dal suo passato capitolino.
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