-di Simona Tenentini-
“Comunità e partecipazione in Adriano Olivetti”, un interessante focus, a cura dell’associazione culturale Giorgio La Pira, si è svolto sabato scorso, 19 ottobre, presso la Sala Conferenze della Curia vescovile di Civita Castellana .
Al centro del dibattito, la figura poliedrica di colui che è stato definito “imprenditore, scrittore, filosofo” dagli autorevoli esperti che sono intervenuti delineandone un quadro a 360° in tutti i suoi molteplici aspetti.
“Un uomo animato dalla passione civile unita a quella imprenditoriale, vicino al socialismo liberale di Carlo Rosselli e convinto fautore di uno Stato di concezione federalista, basato su comunità territoriali economicamente e socialmente autonome.
Secondo Olivetti, le linee guida del nuovo stato da lui concepito dovevano essere i diritti spirituali delle persone ed uno spazio geograficamente delimitato, oltre ad una legittimazione che non può essere imposta dall’alto ma deve provenire dal basso.
L’innovatività del pensiero olivettiano sta nel suo rifiuto dei partiti e nella sua concezione di “democrazia integrata”, fondata sul lavoro e sulla cultura, elementi propulsivi in ogni ambito.
Tutto il potere deve risiedere nella comunità e non nella democrazia rappresentativa, Olivetti non accetta, infatti, il concetto di Parlamento delineato nell’Ottocento.
Fondamentali, al contrario, nel suo pensiero sono i valori della Costituzione italiana: uguaglianza e dignità della persona oltre alla solidarietà e alla fratellanza.”
Presenti all’incontro Giovanni Bianco (Università di Sassari), Carlo Bersani (Università Niccolò Cusano), Aurelio Rizzacasa (Università di Perugia) Matteo Cosulich (Università di Trento) e Nicola Tranfaglia (Università di Torino).
Ha aperto i lavori l’indirizzo di saluto di Emilio Corteselli, Presidente dell’associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira”.
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