-di Simona Tenentini –
Non c’è difesa degli interessi di una nazione che possa prescindere dal sovranismo.
Ne è profondamente convinto l’economista Antonio Maria Rinaldi, sovranista della prima ora e figura di riferimento per tutti coloro che rifiutano la burocrazia, il potere delle banche, la mancanza di democrazia rappresentativa che, attualmente caratterizzano l’Unione Europea.
Nell’affollatissimo incontro organizzato da
Fratelli d’Italia al Caffè Schenardi, introdotto dal deputato Mauro Rotelli e moderato dal giornalista Mediaset Alessandro Usai, si è fatto il punto sull’odierna situazione dell’Europa a ventinove anni esatti dalla caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989.
“Una data fondamentale per la nostra storia, anche se, all’epoca non si potevano prevedere tutti i recenti sviluppi che hanno minato, dalle fondamenta, alcuni Stati, ad esempio l’Italia, contro la quale le regole dell’Unione vengono utilizzate a mò “di mazze da baseball”, come ha dichiarato Folkerts Landau, capo economista di Deutsche Bank.
Basti pensare che dal 2002, mentre in Germania si sono succeduti due cancellieri ed in Francia 2 presidenti, l’Italia ha avuto ben 17 presidenti del Consiglio.
Un numero che, da solo, lascia intuire l’instabilità politica e la scarsa forza decisionale che il nostro Paese ha potuto avere in termini di contrattazione sovranazionale.
L’elemento che, più di ogni altro, determina la fragilità dell’Europa è l’assoluta mancanza, da parte degli Stati Membri, di qualsiasi possibilità di modifica di leggi e normative che vengono calate dall’alto, senza alcun confronto diretto con le realtà in cui debbono poi trovare applicazione.
Se alla politica viene a mancare il potere di cambiamento si innesca, in automatico, l’avvio verso il fallimento.
Tutte le restrizioni che si sono succedute in Italia non hanno avuto altro effetto che mortificare ulteriormente la nostra economia, anziché favorire una crescita, come era invece nelle dichiarazioni d’intento.
E’ per questo che il Governo attuale deve assumere una funzione “risarcitoria”, oltre che di difesa degli interessi nazionali.
Il primo passo in tal senso? Una Golden Power, ovvero una opzione dello Stato per impedire la evndita della Pernigotti e della Magneti Marelli.
E’ il minimo che si possa fare per salvaguardare delle eccellenze nazionali che, negli anni, hanno permesso all’Italia di primeggiare a livello mondiale.”
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