-di Martina Agostini –
La sera del 27 Luglio al Teatro romano di Ferento è andato in scena uno spettacolo musicale ardito, nato tre anni fa dall’idea di Nando Citarella e Stefano Saletti, sotto la direzione dei guanti bianchi di Giovanni Cernicchiaro, il quale ha guidato un’orchestra formata da più di 100 artisti per unire la musica classica alla rilettura del compositore tedesco Carl Orff dei Carmina Burana,eseguita dal CafèLotì sotto la guida del maestro iraniano PejmanTadayon.
Per due ore e mezza, sotto una rara eclissi lunare, moltissime sono state le emozioni trasmesse nel magico luogo del teatro antico a pochi chilometri da Viterbo. Un’atmosfera in grado di trasportare in un tempo lontano e indefinito sulle note della musica colta, alternate con le note della musica popolare. I canti medievali, in latino e in volgare, raccontavano le gioie di vivere e condannavano le storture della Chiesa e degli ecclesiastici corrotti dell’epoca, eseguiti da una parte del CafèLotì, in particolare da Carlo Cosso al violino, Pietro Cernuto alla zampogna, Giovanni Lo Tascio alla batteria e alle percussioni, Gabriele Colanni al clarinetto, al sax e al flauto, insieme alle voci di Barbara Eramo, Gabriella Aiello, Nando Citarella e Stefano Salenti. La parte classica composta da pianisti e violinisti provenienti dall’Accademia di Santa Cecilia in Roma, e dalle splendide voci del soprano Scarselli, del controtenore Dorigo e del baritono Simeoli, perfettamente accompagnate dal Coro Archè, dal Coro Giuseppe Verdi di Roma, dal Coro Claudio Monteverdi e dalla Corale Polifonica della città di Anzio.
Sul ritmo delle composizioni musicali, Lucie Igniferi ha ballato con il fuoco, aggiungendo un tocco di femminilità e audacia, come una reale danzatrice/guerriera d’altri tempi. Difficile spiegare ciò che è nato da queste inconsuete combinazioni di strumenti musicali antichi, melodie classicheggianti e ritmi danzanti che hanno entusiasmato un considerevole pubblico, seduto al chiaro di una luna rossa e poi nuovamente bianca. Un’imperdibile iniziativa che getta un ponte tra storia e presente, portando nei teatri di tutta Italia canti religiosi, profani, satirici e mistici provenienti da una tradizione antica quanto vivissima.
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