-di Martina Agostini-
Nell’ultima domenica di Aprile, dalle temperature estive, centinaia di persone hanno visitato il centro storico di Viterbo che si è colorato di eventi, mostre e mercatini per la 32° edizione di San Pellegrino in Fiore.
Uno spettacolo visivo e olfattivo che ha reso speciale una classica passeggiata in famiglia o con gli amici, buona occasione anche per apprezzare i monumenti e i palazzi storici del borgo medievale della Città dei Papi.
In occasione dell’evento aperture speciali e visite guidate: il polo monumentale Colle del Duomo ha permesso di visitare la Cattedrale, il Palazzo dei Papi e il Museo della pergamena, del libro e del documento d’archivio; Palazzo Farnese ha ospitato la mostra di pittura a cura dell’artista Maria Pia Rossini; Palazzo degli Alessandri ha accolto le opere di Riccardo Sanna e Paola Trappolini.
Dal quartiere di San Pellegrino a Piazza della Morte, da via San Lorenzo a Piazza del Gesù i florovivaisti della Tuscia hanno incantato gli occhi dei visitatori con piante e fiori di ogni forma e varietà.
Mentre Piazza del Plebiscito ha fatto da cornice a Piacere Etrusco, un mercato bio-agricolo a cielo aperto, dove contadini e bio-produttori del viterbese hanno presentato e fatto assaporare i loro prodotti d’eccellenza, coltivati per lo più presso i Monti Cimini, come miele, tartufo, lamponi, patate viola, olio e tanto altro.
Lungo tutto il percorso anche l’artigianato ha esposto produzioni originali che coinvolgevano diversi tipi di lavorazioni e di materiali, come legno, ceramica, vetro ed elementi riciclabili.
A Piazza Scacciaricci una delle installazioni floreali che ha colpito tanto i visitatori come i residenti, organizzata dalle suore ospedaliere di Villa Rosa. Attraverso i “barattoli riciclati” e i “cocci rotti” che diventano contenitori per piante e fiori hanno comunicato un concetto sociale semplice quanto profondo: non tutto ciò che sembra rotto è in realtà da buttare! Così come i rifiuti trovano una nuova vita grazie alla cultura del riciclo, anche le persone psichicamente svantaggiate trovano vita nuova con la riabilitazione psichiatrica. Uno spunto di riflessione che si concentra anche sulla figura femminile, associata, da sempre, alla terra e ai suoi prodotti, come simbolo di fertilità.
Nasce, infatti, nella nostra città, Psiche in Rosa, un ambulatorio per l’ascolto, il sostegno e la cura della donna nelle diverse fasi del ciclo della vita.
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