CULTURA – Tullio De Mauro, un intellettuale ironico e divertente

– di Virginia Duranti –
‹‹Non chiedetemi cosa si deve fare fare per essere un bravo insegnante, chiedetemi cosa si deve essere per insegnare bene. Bisogna faticare per lo studio.›› Don Lorenzo Milani
Inizia così la conferenza La parola a Tullio de Mauro,evento voluto dal Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo di Viterbo in collaborazione con il Forum Del Libro,gli Editori Laterza e la Fondazione Bellonci, per commemorare in tutta Italia e all’estero il linguista recentemente scomparso, che oggi avrebbe compiuto ottantacinque anni.
In un video il Professore spiega il valore della lettura, dello studio, del silenzio e della concentrazione.
Ascoltare il suo discorso, riprendendo le parole di Don Milani, suscita commozione e nostalgia in sala, ma anche gratitudine e stima.
Tra i relatori, la direttrice del DISUCOM, Ela Filippone la quale porta i dovuti ringraziamenti del Rettore, la professoressa Raffaella Petrilli in rappresentanza del Dipartimento di Studi Linguistico-Letterari, Storico-Filosofici e Giuridici, il professor Gino Roncaglia, saggista italiano e docente accademico, vicino a Tullio De Mauro per i suoi progetti tra i quali il Forum del Libro, organizzazione senza scopo di lucro, che promuove il libro e la lettura unendo insieme autori, lettori, bibliotecari e intellettuali e il professor Riccardo Gualdo, studioso e docente di Linguistica Italiana presso l’Ateneo della Tuscia.
I presenti hanno letto alla platea estratti di scritti del professor De Mauro, delineando una personalità ricca e complessa, profondamente umana, dedita allo studio, al fare ricerca, ma sempre ironico e autoironico, intelligente, che amava molto divertirsi con i lemmi.
Essenziale è cogliere il tipo di impegno – incalza la Petrilli – che Tullio de Mauro ha assunto durante la sua carriera, era un uomo attento ai problemi della scuola nel suo complesso ad ogni livello.
Riccardo Gualdo: ‹‹E’ molto bello ricordarlo oggi che è il suo compleanno. E^’molto utile ascoltarlo, sentire la sua voce, la tecnologia aiuta.
Ricordo la grande capacità didattica di Tullio de Mauro e lo si può dire dallo studio e dalla creazione dei Vocabolari e il Vocabolario di Base. Ho scelto un breve capitolo da un testo pubblicato lo scorso anno, estratto dalla rivista Nuovi Orizzonti. È una storia per tappe dello studio della lingua nella repubblica italiana che riguarda la riforma della scuola media di primo grado nel 1977 esattamente quarant’anni fa. ››
Raffaella Petrilli ‹‹Era un uomo dal forte contatto umano. Amava stare con gli amici e la famiglia. Lo ha dimostrato scrivendo saggi raccolta primi anni Novanta in cui si percepisce la sua leggerezza e aspetti curiosi della nostra lingua››

Ela Filippone ha scelto di leggere un capitolo di Capire le parole edizione del 1999. Spiegare le parole Sette casi di INComprensione.‹‹Era un grande intellettuale ironico e divertente. La leggerezza una delle sue qualità. Questione dell’interpretazione delle parole connesse alla nostra formazione, ai valori di quel dato momento storico, alla famiglia. Raccoglieva dagli altri esperienze di cui scrivere. La professoressa Filippone ha scelto di leggere l’estratto Un verbo che manca ai dizionari: io perbenisco, tu perbanisciin cui De Mauro racconta di un suo ricordo di bambino.››

In un dialogo senza riserve i relatori sono stati tutti concordi nell’affermare l’importanza dell’aspetto applicativo dello studio in linea con la teoria.
De Mauro non ha avuto, nel corso della sua esistenza, una buona impressione della Stampa, accusata spesso di essere approssimativa. Osservazione questa, che ne ha dato origine ad un’altra: bisogna fare attenzione, riflettere e pensare.
Una delle sue opere cardine è La storia dell’Italia Unita, fotografia dell’Unità d’Italia dal punto di vista linguistico. E’ stata un’opera rivoluzionaria perché il linguista ha curato minuziosamente la raccolta dei dati, ordinandoli con metodo.
Un ritratto a tutto tondo quello di Tullio De Mauro, uomo di indole curiosa, eclettico, dal cuore attento ai mutamenti della società, la cui mancanza lascia un vuoto incolmabile.

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