Una piazza attenta ed audace nel divenire emozionale, una kermesse che regala sorprese ad un pubblico desideroso di suoni e parole forti. Il JazzUp Festival in questa coda di weekend ha ospitato per due serate il giornalista d’inchiesta RAI e regista Giuseppe Carrisi che ha condiviso l’esperienza struggente dei bambini soldato e della tratta delle giovani nigeriane.
Documentari girati in Africa battendo le strade ed i luoghi di questo errante martirio, attraverso un visivo di terre aride di vita e di valori. Il racconto delle tristi vicende di “Kidogò, un bambino-soldato”: la storia di John Baptist Onama, oggi 42enne, che negli anni Ottanta è stato un bambino soldato nel suo Paese – l’Uganda – condotto da Teresa Pierini, direttore responsabile de “La tua Etruria” e il racconto delle “Figlie di Mami Wata” conversazione guidata impeccabilmente dal direttore artistico di “Ombre Festival” Alessandro Maurizi, alla presenza dell’Assessore alle Politiche Sociali e della Casa del Comune di Viterbo Avv. Alessandra Troncarelli che è intervenuta portando la propria ricchezza esperienziale. Quindi la musica è tornata sul palco di Piazza del Gesù con i due set dell’Elektro Trio del pianista Max Testa, impreziosito dal sax evocativo e pregnante d’anima di Marcello Balena e dalla voce calda di Piera Pizzi, uno scorrere compositivo che ha trasportato la platea nelle idealità festanti dei loro cuori. Glauco Almonte poi ha saputo trasmettere con i suoi corti d’animazione la ricchezza del sonoro cinematografico che diventa esso stesso esperienza esaustiva di una storia dove le immagini hanno il primato. Chiusura con l’energia del rhythm and blues de La Banda, una big band giovane che ha fatto scatenare tutti i presenti con una performance incalzante e la festa è appena cominciata. Oggi 27 e domani 28 giugno il Festival ospita momenti di didattica per le scuole di musica aspettando il grande Luca Aquino il 30 giugno.
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