Ristoranti e strutture piene a Caprarola durante le festività pasquali. Già dalle prime ore del mattino del lunedì di Pasquetta si percepiva un certo movimento per le vie del centro dove gruppi di turisti singoli e in visita guidata hanno provato ad avventurarsi per la via Diritta e nei vicoli alla scoperta della storia secolare e della gastronomia della città, affollando bar e ristoranti.
Si sa che Caprarola è famosa, oltre che per le sue bellezze architettoniche e naturalistiche, anche per la sua tradizione gastronomica e per gli altissimi standard delle trattorie locali dove si possono degustare durante tutto l’anno sfiziosi piatti alla nocciola. Riscontro positivo, dunque, che conferma il trend in crescita degli ultimi anni dovuto alla promozione dell’amministrazione comunale e all’intraprendente, innegabile savoir faire di molti operatori privati.
A riprova di ciò, ci sono i dati appena diffusi da Palazzo Farnese: 1537 presenze registrate nel solo giorno di Pasquetta, un picco mai raggiunto in passato. E a fronte di un flusso che tende a stabilizzarsi annualmente intorno alle 60 mila presenze, arriva anche l’urgenza di adottare azioni che un paese che punta da sempre con tanta energia sull’agricoltura e sul turismo deve necessariamente mettere in campo.
Il primo ad esserne consapevole sembra l’assessore Simone Olmati che con una buona dose di realismo ammette: “Ho imparato con il tempo che il turismo è una scienza esatta, nulla dovrebbe essere lasciato al caso. In questi anni è stato fatto un investimento consistente su quello che possiamo considerare come il software turistico. Abbiamo promosso Caprarola in ogni sede possibile, puntando alla presenza costante su vari media e andando in onda su programmi mirati ad un pubblico di viaggiatori e turisti. Abbiamo puntato forte sui social, attivato pagine promozionali con migliaia di followers e centinaia di interazioni mensili, creato un portale apposito che a breve vedrà il suo completamento, acquistato pagine di giornali, scritto articoli sulla free-press, aderito ai Borghi più belli d’Italia, presidiato molte fiere di settore, organizzato decine di eventi insieme alle associazioni locali che potessero dare visibilità e lustro alla nostra città”.
“Tuttavia – aggiunge – un software, per quanto potente, non gira senza un adeguato hardware. Ora che le presenze da fuori sono più stabili e coincidono generalmente con appuntamenti precisi (eventi estivi, festival, fiere, sagre, festività, ecc.) dovremmo agire sulla “macchina” stessa, ovvero la città, rendendola più smart. Faccio un esempio: domenica mattina insieme ad alcuni concittadini ci siamo trovati a dover sciogliere più di un ingorgo di fronte a Palazzo Farnese, causato da macchine parcheggiate in tripla fila! Non è stata una bella cartolina, per quanto abbia prevalso nei turisti lì presenti la calma e la curiosità di conoscere la nostra cittadina e tutto si sia risolto con un divertito thank you so much.
Questo ci dice di quanto la Tuscia – e Caprarola con essa – debba ancora crescere sotto questo aspetto. Occorre soprattutto agire a livello di sensibilità e di società civile affinché determinate scelte amministrative, viste oggi come impopolari o antipatiche, possano un giorno venire accolte con curiosità dalla popolazione stessa. Questo avviene già in molti casi: le prime richieste di miglioramento della viabilità, di una gestione più sostenibile dei parcheggi, di maggiore severità su chi sosta in doppia fila o parcheggia selvaggiamente di fronte a negozi e monumenti di pregio vengono dagli operatori stessi. In questo caso si dovrebbe fare solo una cosa: ascoltare queste richieste e dar loro seguito”. Caprarola è sulla buona strada, quindi. Una strada però ancora lunga per poter finalmente considerare gli splendidi luoghi di arte, cultura e natura di Caprarola e della Tuscia perfettamente a misura di turista.
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