CULTURA – Fanum Voltumnae, ancora fitto il mistero sulle sue origini

-da Luigi Catena –
Un articolo uscito nell’agosto 2015, su una rivista “Le Grandi firme della Tuscia”, avente come titolo “Finalmente il Fanum Voltumnae” scritto a firma dell’archeologo Pietro Tamburini, mette in evidenza secondo le sue ipotesi (semplici valutazioni) molto discutibili sotto ogni punto di vista,che il luogo sacro del popolo etrusco doveva essere ubicato nel fondo valle di Orvieto.

La ipotesi orvietana è sposata da una parte da alcuni archeologi, da una parte della sovrintendenza e dal altri soggetti. Andando a leggere lo scritto del dott. Tamburini e cercando nello scritto le “prove scientifiche” o comunque una serie di certezze storico-archeologiche, non c’è niente di ciò. Solo riferimenti storici, importanti, i quali parlano del famoso luogo sacro degli etruschi ma mai indicano Orvieto o il suo nome in latino “Volsinii”. Anzi gli storici latini parlano si di Volsinii(la odierna Bolsena), la quale non era altro la città di Velzna, distrutta e incendiata dall’esercito romano. Ora a distanza di 16 anni di scavi (2000-2015), in Orvieto in località Campo della Fiera, così chiamato forse da poco tempo, che cosa è venuto alla luce di così importante, da “certificare” scientificamente che in quel posto è il famoso Fanum Voltumnae? Lo scritto, tolte le inutili e puerili polemiche rivolte a chi non la pensa come il dott. Tamburini ed altri, il dato scientifico è il seguente. Riporto alla lettera per evitare sbagliate interpretazioni… “Una ciotola di bucchero reca graffita una dedica “al Padre” (degli dei), mentre una lunga iscrizione arcaica su una grande base di statua (strappata via come le altre) recita: “Kanuta,liberta della gens Larecena, moglie di Aranth Pinie, dedicò alle divinità Tluschva nel luogo celeste”. Quest’ultima precisazione (in estrusco -faliathere-) appare di straordinaria importanza,dal momento che sembra restituirci una definizione etrusca del fanum Voltumnae.” Fine dello scritto scientifico….Poi polemiche su polemiche, ma non sono dati scientifici, solo esternazioni offensive che valgono meno del nulla. Senza entrare nel merito di ciò che ha scritto il dott. Pietro Tamburini,vorrei ricordare invece che cosa scriveva il Professore dell’Università La Sapienza di Roma Alessandro Morandi. Lo scritto del Prof. Morandi è datato Luglio 2013, “Orvieto-Gli scavi di Campo della Fiera e il santuario ritrovato”è un allegato ad un scritto già pubblicato in accademia edu. Avente il seguente titolo “L’epigrafia di Bolsena\Velzna e le grandi questioni etruscologiche” estratto dal bollettino di studi e ricerche a cura della Biblioteca Comunale di Bolsena,-Bolsena 1990-.Cosa dice lo scritto in merito, riporto parte del testo per evitare interpretazioni sbagliate. ..“L’iscrizione, piuttosto estesa, rinvenuta a Campo della Fiera, e pubblicata oramai a più riprese, è veramente importante; però ci parla, invece dell’auspicato Voltumna, di Tluskhva,una divinità femminile, minore come tante, già nota dal Fegato bronzeo di Piacenza e poi dai frammenti ceramici scavati a Cerveteri città. Che il nome divino pervenuteci esprima un plurale va contro l’evidenza: nel Fegato a una divinità corrisponde una propria casella,al massimo una casella per due divinità;l’unico riferimento a pluralità è dato dalla voce lessicale “metlumth” indicante il complesso degli dei nel templum; ciò affermo ad emendamento di un equivoco protrattosi per decenni a causa di una svista(può capitare a tutti) di Adriano Maggiani, pur con tutti i suoi grandi e indiscutibili meriti. Non insisto sulla questione “Fegato” limitandomi ad osservare, in chiusura,che leggervi un Marut in dipendenza dell’iscrizione di Campo della Fiera, è più che una forzatura; mi auguro un ripensamento in proposito (è già successo per altri casi),intanto invocherei un maggiore “rispetto”per certi insigni e venerandi monumenti”. Questo lo scritto del professore Morandi, è completamente diverso dallo scritto prodotto dal dott. Tamburini. Una importante scoperta fatta, dalla dott.ssa Stopponi Simonetta, tanto tempo fa e pubblicata su diversi quotidiani, riviste specializzate, che venne trovata la “famosa testa di Voltumnae”, ma il dott. Tamburini non ne cita per niente, anzi è più importante, qualora fosse prova scientifica, non citandola qualche dubbio, che fosse importante , può nascere. Ora che cosa dire, a voi le dovute conclusioni. Però, una sottolineatura è doverosa. Quando c’è tanta confusione, forse creata di proposito, gli scritti “storici” riferiti alla tesi orvietana, sono redatti con un inchiostro “torbido”……, cosa né esce fuori, … le altre verità storiche è meglio che rimangano nel buio…

One Comment

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    pippi
    2016/02/19

    Mai visto un archeologo che non sa scrivere correttamente la propria lingua….. Italiano 4–