-Di David Sciuga-
Chi era
San Antonio fu un eremita ed un abate nato in Egitto, a Coma, e vissuto tra il III e il IV secolo d.C., in tarda epoca imperiale. In giovane età lasciò i suoi averi per vivere da povero anacoreta, morendo ultra centenario sulle rive del Mar Rosso. Già in vita era nota la sua fama di santità tanto che accorsero da lui molti pellegrini. Sembra che anche l’imperatore Costantino e i figli di lui lo avessero cercato per trovare consiglio.
Folklore
Nell’iconografia veniva ritratto accanto a donne attraenti, quali simbolo delle tentazioni terrene, o vicino ad animali (soprattutto suini), di cui è considerato protettore.
La ricorrenza dedicata al santo è ricordata in diversi luoghi ed è usanza diffusa accendere un grande falò la sera della vigilia, proprio per la sua capacità di guarire con il Fuoco Sacro detto, per l’appunto, di San Antonio. Questa ricorrenza è celebrata in più località cristiane, il 17 gennaio, con manifestazioni di natura folkloristico-religiosa che sono ritenute utili ad attrarre la benevolenza del santo. Non a caso nei Paesi Cattolici è usanza benedire gli animali proprio nel giorno a lui dedicato.
Essendo stato associato al fuoco, Antonio fu considerato anche guaritore dell’Herpes Zoster, appunto chiamato anche Fuoco di Sant’Antonio.
Altre origini
La tradizione relativa al santo egiziano è tuttora viva nei centri rurali e si ritiene che i riti attorno alla sua figura affondino le proprie origini nella civiltà celtica: accade di frequente che le tradizioni relative ai santi cristiani abbiano assorbito quelle di culti pagani pre-esistenti.
Presso l’antico popolo europeo dei Celti, diffuso in diversi Paesi nel Vecchio Continente, e anche in diverse regioni d’Italia, esistevano diversi riti nelle Feste di Imbloc e Beltaine. In queste, l’elemento del fuoco rivestiva un ruolo cardine.
Proprio la pagana festa di Imbloc presenta spiccate analogie con quella che si è tramandata fino ad oggi: si celebrava il primo Febbraio (lo stesso mese del Sacro Fuoco), voleva sancire il termine dell’inverno e abbracciare il ritorno della primavera con il conseguente allungarsi delle giornate. L’elemento apotropaico del fuoco doveva attrarre forze benevole e difendere da quelle malvagie, latrici di disgrazie e malattie, per garantire un futuro radioso in un’atmosfera di festa da condividere nella comunità, proprio come avviene nella famiglia bagnaiola.
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