CULTURA – Fors Fortunae, la dea della Fortuna venerata a Bolsena

-da Luigi Catena-
24 GIUGNO festa della dea “”fors fortunae”” sarebbe la Dea della Fortuna, equiparata alla Dea Northia la quale aveva diversi templi di cui uno dei più importanti a Bolsena dove ogni anno veniva infisso nel muro del tempio il famoso chiodo, l’inifissare il chiodo nel muro era segnare il tempo e da lì partiva il famoso calendario.Fors Fortunae, divinità, venerata a Roma, in particolar modo, la solenne festa si svolgeva a Roma il giorno 24 giugno, il giorno del solstizio di estate, la festa fu istituita dal re sabino Servio Tullio (579-539), siamo nel pieno sesto secolo, questa divinità è fortemente equiparata alla Dea Northia, la quale aveva diversi templi in tutta Italia,veniva venerata a Bolsena, Sutri, Ostia, Anzio, Palestrina, Norcia, Santa Maria di Leuca, Firenze, Vicenza,ecc, il tempio di maggiore importanza, perchè ogni anno veniva piantato il chiodo, per fissare il tempo, per il calendario.

Questa divinità, citata da diversi scrittori Latini, quali Cincio Alimento, Tertulliano, Livio, i quali parlavano di questa divinità venerata nel mondo Etrusco con solenne rituale, ed era festa di tutto il popolo etrusco. La divinità la quale pur avendo diversi templi a Roma, ben 26 sotto l’imperatore S. Tullio, però i più importanti erano 2 dedicati alla Fors Fortunae, dove i suoi simboli erano la Cornucopia, la quale indicava la fertilità della terra, era legata al culto dell’acqua, al fato, alla fortuna, ecc.nel suo tempio di Bolsena, furono trovati diversi oggetti votivi, lamine in oro raffiguranti gli occhi, parti del corpo, vesciche, reni, ecc. donazioni per motivi legati alla salute, alla sorte, ecc. furono trovate anche delle tenaglie, simbolo del dio Vulcano,illago è una testimonianza vulcanica,e delle spighe di grano, legate alla fertilità come dicevo della terra.In Turchia a Smirne,fu trovata una delle statue più antiche della dea della fortuna, con due cornucopie,il timone, un astro si pensa alla stella polare, ed il simbolo della luna, raffigurato con delle corna sopra la testa, l’opera fu dell’arch. e scultore greco Bupalo, e siamo in pieno VI sec.Questa importante divinità riscoperta pochi anni fà, con il nome romanizzato, ma che a Bolsena e nel suo territorio, era la sintesi del mondo etrusco di quella divinità legata al culto dell’acqua, alla fertilità della terra, ai suoi prodotti, divinità che nell’italia centrale veniva venerata con il nome diverso ma i motivi legati alla venerazione era sempre simili od uguali, dea Vacuna nella sabina, dea Cupra neI popoli Piceni, nel Veneto Rethia, in Etruria Northia, Cerere o dea Bona a Roma, ma comunque erano tutte figlie della Dea Madre venerata già nel mondo Anatolico, Balcanico, Danubiano, Ucraina, Moldavia, ecc.e parliamo di qualche migliaio di anni rispetto al periodo etrusco

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