Che Dante potesse accendere la passione all’Hotel Salus Terme era prevedibile, visto la sua dichiarata attenzione per le acque del Bullicame, protagoniste della sua “Commedia”.
A riportare in città il sommo Poeta, di cui quest’anno si ricorda il 750° dalla nascita, sono stati il giornalista Giuseppe Rescifina e il musicologo Piero Arcangeli, attraverso l’interessantissima conferenza “La poesia, la musica, l’esoterismo e la Tuscia del Due-Trecento”, incontro promosso dal Touring club Viterbo.
A sorpresa è appena arrivato dalla tipografia il nuovo libro di Rescifina, “Dante e la Tuscia. Personaggi, luoghi, simboli e un’ipostesi suggestiva”, casa editrice Serena, le cui tesi sono state sfiorate dall’autore, in attesa della presentazione ufficiale di fine giugno.
L’incontro si è sviluppato sul lato meno conosciuto di Dante, sulla sua passione per i simboli esoterici, utilizzati per inviare messaggi evitando contemporaneamente condanne, a lui già esiliato dalla sua Firenze e, soprattutto, l’importante simbolo femminile: non solo Beatrice e il mistico ideale di bellezza, ma tante altre figure di donna importantissime, tutte messe al centro della sua opera.
Ogni sua parola ha un senso per Rescifina: “La poesia di Dante non è solo semantica ed estetica, ma soprattutto un modo per far riflettere, anche su messaggi nascosti. Basti pensare che dopo 7 secoli siamo ancora qui a parlarne, per conoscerli meglio e capirli. Lo stesso vale per i luoghi, i nostri luoghi: dopo la Toscana è sicuramente la Tuscia ad avere tanta attenzione, a mostrare il suo fascino tra le righe della Divina Commedia, che raccontano questi posti, che Dante ha sicuramente visto, conosciuto e descritto”.
E dopo le parole è stato il momento della musica, grazie all’intervento di Arcangeli, diviso tra spiegazioni musicologiche e ascolto di brani che potrebbero essere stati la colonna sonora ai tempi di Dante.
“La musica è l’arte delle muse, è immateriale – ha esordito il musicologo – ma è soprattutto armonia. La poesia nasce dalla musica, con cui da sempre vive in simbiosi. Purtroppo quella del XII e XIII secolo l’abbiamo persa, perché non veniva trascritta. Quello che sappiamo è che Dante è affascinato dalla musica, suonava il liuto e la conosceva”. Per meglio apprezzare l’atmosfera, Arcangeli ha scelto dei brani e li ha fatti ascoltare, sottolineando consonanza e dissonanza, mentre leggeva estratti della Divina commedia e spiegava il viaggio della musica, iniziato con Matematica, Geometria, Astrologia e finito con Gramatica e Retorica, dalla scienza all’arte della parola.
Una conferenza interessantissima, come sottolineato al termina da Tiziana Governatori, di grandissimo livello, che ha permesso di ricordare Dante e la sua grandiosa opera.
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