-di Simona Tenentini-
Fare il cuoco in Italia? E’ facile e difficile allo stesso tempo. Facile perché in Italia disponiamo di una varietà di prodotti e di specialità uniche al mondo, difficile perché ovunque, nella nostra stupenda nazione, ci sono persone che a casa cucinano benissimo.
E se a dirlo è Bruno Barbieri, chef pluristellato, (in Italia sono solo due chef a poter fregiare le sette stelle Michelin) c’è sicuramente da crederci.
Il giudice “buono” di Masterchef, quello paterno e sempre pronto a dare consigli, ospite sabato scorso da Orsolini, si è rivelato ai presenti per ben due ore in tutta semplicità, prestandosi al pubblico per selfie di gruppo e lasciandosi andare, più di qualche volta, a battute ironiche e goliardiche, anche sui suoi compagni di lavoro, presenti e futuri.
Chef Cannavacciuolo? Sarò ben felice di averlo a Masterchef, oltre che per la sua professionalità anche per le sue dimensioni: non avrò più bisogno di una guardia del corpo se c’è lui vicino a me.
Com’è la giornata televisiva? Molto impegnativa, tra riprese, selezioni ed esterne e, soprattutto, nel dover “sopportare” Cracco e Bastianich, visto che molto spesso sono costretto a far da paciere tra i due.
E poi ancora lunghe dissertazioni sulla necessità di saper riscoprire le tradizioni sapendole reinventare con modernità, sul saper apprezzare il valore delle contaminazioni e sul coraggio di sapersi prendere delle pause: “perché la vita dello chef è in ascesa fino ai cinquant’anni dopodiché comincia la parabola discendente”.
Fino al valore dei piccoli mercati rionali, dove si può apprezzare il contatto umano e si ha la possibilità di acquistare prodotti genuini e di qualità, come quelli necessari per realizzare il piatto preferito dello chef più famoso d’Italia: i tortellini, di cui viene fornita ai fortunati presenti anche la ricetta.
Prosciutto, mortadella, noce moscata, parmigiano, sale e pepe e la specialità è servita. Parola di Bruno Barbieri.
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