Il Purgatorio di Dante, illustrato da Franco Nembrini a Vasanello, incassa un nuovo successo.
L’incontro, il secondo della rassegna organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con il dott. Mauro D’Anna, è riuscito nuovamente a calamitare tantissime persone nella sale del cinema Albertone, per l’occasione al limite del tutto esaurito.
Nembrini, del resto, uno dei massimi esperti dell’argomento, è seguitissimo in ogni suo appuntamento sia in Italia che all’estero, e con la sua capacità oratoria riesce letteralmente ad incantare il pubblico che, anche stavolta, lo ha ascoltato per oltre due ore in religioso silenzio.
Nella serata di venerdì è stato completato il discorso sull’Inferno, con la cantica di Ulisse, e la conversazione è proseguita con il Purgatorio, ovvero la «Cantica del perdono», come tiene a sottolineare più volte il relatore.
Nel Purgatorio vengono collocati gli stessi peccati dell’Inferno con un’unica differenza, la possibilità di riscatto per il peccatore, che non è inchiodato per l’eternità al male commesso, come succede, invece, nell’Inferno, gelido nella sua immobilità. Il Purgatorio è la cantica che più di ogni altra assomiglia all’umana condizione, a quella consapevolezza dell’errore che è resa meno dolorosa dalla speranza di essere salvati dalla misericordia divina.
Tutti, in fondo, possono identificarsi con le anime peccaminose del Purgatorio che, tuttavia, a differenza dell’Inferno, non è dominato dall’orgoglio ma dall’umiltà, ovvero dalla cognizione della pochezza umana che riesce ad elevarsi a grandezza nelle mani di Dio.
Anche il vescovo Rossi, presente alla conferenza, si è profondamente immedesimato con l’interpretazione fornita da Nembrini, del quale, tra l’altro, si è dichiarato appassionato lettore, e le sue parole conclusive hanno scosso in maniera quasi severa, il rischio in cui si rischia di correre molto spesso nei tempi moderni.
“Vasanello – ha dichiarato – ha scelto di intraprendere una sfida sulla qualità e l’ha vinta. Lo testimoniano le moltissime persone che sono qui presenti, che sono la dimostrazione tangibile che, in realtà, non è vero ciò che comunemente si pensa, ossia che le masse non possano seguire discorsi di una certa levatura. Questo infatti è un discorso di comodo, perché, molto spesso, non si è in grado di offrire prodotti di qualità come quello cui abbiamo avuto la fortuna di assistere stasera.
Io sono presente stasera grazie all’invito di don Enzo Prato – ha concluso il vescovo – ma dovevano essere stati invitati tutti i parroci della diocesi, perché c’è necessita di comprendere che la bellezza salverà il mondo, insieme all’educazione che altro non è che vita, speranza e amore.”
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