CULTURA – Dopo duemila anni, Giulia, figlia di Augusto, conquista ancora la scena

Dopo duemila anni il richiamo di alcune figure storiche è ancora incredibilmente vivo ed in grado di suscitare grande interesse.
E’ il caso di Giulia Maggiore figlia di Augusto, che lunedì scorso ha calamitato, nella sala della Fondazione Carivit, tantissime persone intervenute per assistere alla conferenza nell’ambito dei Pomeriggi Touring.

Gli incontri, organizzati dal Gruppo Consolare Touring di Viterbo in collaborazione con Fidapa e la Fondazione Carivit, hanno come filo conduttore le grandi donne che hanno segnato, in una maniera o nell’altra, la nostra storia.

Relatore della serata è stato il bravissimo prof. Settimio La Porta, laureato in filosofia ed autore di due libri sull’antichità romana e greca, che ha saputo condurre i presenti, per oltre due ore, con maestria e grande capacità oratoria, attraverso le relazioni complicate della Roma ai tempi di Augusto.
Tra intrighi politici, matrimoni imposti fin dalla nascita e legami affettivi più o meno nascosti, è emersa imponente la figura di Giulia, donna colta ed intelligentissima, che, proprio per le sue caratteristiche, era potenzialmente pericolosa ai fini della ragion di stato.
Come ebbe a scrivere lo storico Braccesi: “Si reputò onnipotente e fu questa la sua rovina.”
Nel corso della conferenza è stato dunque possibile conoscere ed apprezzare sotto una luce nuova tale figura femminile di straordinaria modernità, la prima delle femministe, come venne definita, che, proprio per la sua condotta al limite del rivoluzionario, venne colpita da una sorta di “damnatio memoriae” che l’ha costretta all’oblio fino ad epoche recenti.

Il prof. La Porta, grazie all’ausilio di documenti storici messi a confronto e studiati attentamente, è riuscito appieno nel suo intento, ovvero di palesare una Giulia diversa rispetto alla donna cinica e perversa che è stata tramandata nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.

La nuova figura che emerge, quasi in una sorta riabilitazione storica, è quella di una figura molto più avanti rispetto ai suoi tempi e proprio perciò non compresa e costretta ad una vita perennemente controcorrente.

“Un po’ il destino che è toccato a molte altre figure femminili della storia – ha concluso Carla Pepponi, presidente Fidapa – e contro il quale, in fondo, si batte la nostra associazione.
Compito della Fidapa infatti, è proprio questo, fornire una chiave di lettura diversa e fare in modo che tutte le donne siano in grado di rivendicare, con coraggio, la propria identità.”

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