– di Marco Morucci –
Studiando gli Etruschi mi è capitato a volte di vedere le statue di alcuni degli esseri ultraterreni facenti parte della loro cultura ed ho cercato d’immaginare quale fisionomia poteva avere il loro mostro più celebre, quello descritto da Plinio il Vecchio, il mostro Volta.
Ora ho la risposta, certo non posso averne la sicurezza di essere ma tutto sembra congiungersi come i tasselli di un mosaico che formano il quadro completo.
Ma passiamo ai fatti;
durante una perlustrazione di controllo del Gruppo Archeologico castelgiorgese, è stato rinvenuto in una necropoli Etrusca un piccolo drago di bronzo.
Questo per me non era una novità, mi aspettavo qualcosa di simile cercando di immaginare su quale fosse l’unico animale chimerico che potesse avere legami con l’acqua e il fuoco il risultato era univoco, il drago.
Alcuni anni fa scrivendo la storia di Castel Giorgio avevo trovato dei collegamenti proprio tra uno dei nostri santi protettori, San Giorgio e una leggenda Etrusca che parlava del combattimento tra Porsenna e il mostro Volta.
Certo, ora alla luce di questa scoperta non c’è da stupirsi se quasi tutti i paesi che circondano il lago hanno dei santi protettori sauroctoni ( uccisori di draghi ) e ne ho scoperto tutta una ricca sequenza attorno al confine tra Umbria e Lazio, lì dove un tempo vivevano gli Etruschi.
Unica eccezione è il San Giorgio di Bolsena inserito a torto in questa serie e raffigurato come uccisore di draghi e tutto a causa dell’ omonimia, il santo in questione era in realtà un discepolo di San Pietro, defunto a Bolsena durante il viaggio verso Roma e dal pescatore risorto prima di ripartire verso la capitale dove fondò la prima chiesa del Vaticano.
Torniamo ora al drago a prima vista il mostro Volta sembra essere un antico spinosauro acquatico forse sopravvissuto ed evoluto nelle profonde e calde acque del lago di Bolsena, i romani la chiamarono pistrice, il drago acquatico e lo temevano al punto che per far terminare il culto del dio Tevere/Voltumna fecero scacciare il mostro nientemeno da Papa Silvestro.
L’acqua e il fuoco sono da sempre legati ai dei Veltha e quale luogo li poteva meglio rappresentare se non il lago di Bolsena dove l’attività vulcanica è ancora attiva.
Il lago è considerato da sempre l’occhio della terra, il collegamento massimo con gli dei e i santi sauroctoni dovevano estirpare gli antichi culti del mondo pagano che vi insistevano.
Ormai questi sembrano ricordi di un mondo passato ma non è così, la pistrice, il mostro Volta degli etruschi esiste ancora, sotto le mentite spoglie del segno del capricorno.
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